EMpills compie 10 anni
Sembra ieri o una vita fa, dipende dai momenti e dallo stato d’animo, quando con poche righe scrivevo il primo post di questo blog.
Da allora molte cose sono cambiate, il blog da monoautore é diventato una bacheca aperta a molti per esprimere e condividere le proprie esperienze e la passione per la medicina d’urgenza, seguito da moltissimi medici e infermieri.
Di questo, quali autori, non possiamo che essere felici e orgogliosi.

Grazie a tutti!
Ovviamente non siamo qui per celebrare e soprattutto autocelebrare, ma per ringraziare.
Ringraziare tutti quelli che sino ad ora hanno collaborato e collaborano alla realizzazione di questo blog e a tutti coloro che ci seguono e ci leggono tutte le settimane.
Nella speranza che questo blog possa aiutare ancora per lungo tempo la disciplina medica più bella del mondo, la medicina d’emergenza, a crescere ed affascinare sempre più persone, vi lascio al commento di alcuni di noi.
Paolo Balzaretti
In 10 anni: cos’è successo in Pronto Soccorso? Vado a memoria, certo di ricordamene solo una piccola parte: sono state introdotte nuove applicazioni per l’uso dell’ecografia, ulteriori tecniche di ventilazione.
È stato promosso l’impiego degli oppioidi nella gestione del dolore, per capire successivamente che esistono mezzi alternativi altrettanto efficaci e probabilmente più sicuri.
È stato confutato uno dei lavori che per primo ha costruito la base per la maturazione della Medicina d’Urgenza come l’EGDT trial di River e colleghi, solo per rendersi conto dopo di quanto avesse ormai segnato in modo irreversibile il modo con cui trattiamo i pazienti critici che seguiamo tutti i giorni.
È stato promosso un trattamento per la sepsi a base di vitamine, inefficace, per scoprire ancora una volta che la strada per introdurre nuove terapie è lunga e non ci sono scorciatoie. E poi, certo, c’è stata una pandemia.
In altri termini, tutto evolve continuamente. Eraclito diceva che “l’unica costante nella vita è il cambiamento”; così anche nella pratica clinica.

Non si tratta semplicemente di mode passeggere, come sostiene qualcuno sbrigativamente. Negli anni cambiano i pazienti che visitiamo, sempre più anziani e fragili, cambiano gli strumenti che impieghiamo (basti pensare alla progressiva introduzione della cartella elettronica), cambia l’assistenza sanitaria dentro e fuori l’ospedale, i cui vuoti devono sempre più spesso essere colmati nei Pronto Soccorso.
Cambiamo noi, nel complesso, con la Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza e Urgenza e i Master Infermieristici in Area Critica ed Emergenza.
Tutti questi temi sono stati affrontati su Empills in questi dieci anni e la costanza con cui è il blog si è sforzato di mantenere vivo il dibattito e seguire i cambiamenti nella nostra Disciplina è premiata dall’affetto di chi lo legge e lo sostiene. Per questo motivo spero che ci troveremo ancora qui tra dieci anni a festeggiare un altro anniversario insieme!
Mauro Cardillo
Gentile Dottore D’Apuzzo, lavoro da pochissimo in Area di Emergenza e sono un assiduo lettore del suo Blog. Vorrei farle una domanda. Che criteri utilizza per la dimissione dall’Area di Emergenza dei pazienti con Trombosi Venosa Profonda? Non avrebbe per caso in mente di scrivere un post su quest’argomento?
La pronta risposta dello Zio Carlo alla mia mail, fu inaspettata e galeotta.
Scusa ma perché non lo scrivi tu il post?
Da quella lontana Estate 2013 sono passati 8 anni belli ed intensi: anni di lavoro, di crescita ma soprattutto condivisione. Quel post sulla trombosi venosa profonda non l’ho mai scritto ma ne ho scritti tanti altri, che col senno di poi sono stati sempre troppo pochi per quello che avrei voluto, potuto e dovuto fare.
Alle soglie di un decennio volato via, che cosa rappresenta EMpills per me oggi?
EMpills è uno dei fari nella notte di questo difficile lavoro. È un porto sicuro a cui tornare e ritornare silenziosamente per capire come ero, chi ero, cosa pensavo e cosa sto diventando. È un porto sicuro a cui tornare perché lì trovo i pensieri e le esperienze di un gruppo di amici e di colleghi che condividono un punto di vista della medicina simile.
Non è tanto la parte “scientifica” di EMpills il mio porto sicuro, questa verrà inevitabilmente travolta dal progresso delle nostre conoscenze e da nuovi studi tanto che nei prossimi dieci anni (per il ventennale) molti articoli saranno considerati obsoleti. È la parte “umana” di EMpills che dona conforto attraverso lavori ed opere sull’aspetto emotivo della nostra professione che curano non solo il corpo ma l’anima. Questa parte “umana” è senza tempo e sarà sempre attuale, adesso come tra quaranta anni.
Ci sono lavori che hanno esplorato il lato oscuro del lavoro in Area di Emergenza, le paure del lavorare durante una pandemia, il Burn-out, l’etica del fine vita e la fatica fisica-mentale legata a notti insonni e turni diurni di 12 h in un posto in cui si combatte sempre ed in cui le sensazioni provate, siano esse positive o negative, sono sempre estreme (da un parto in sala rossa fino alla morte improvvisa di un giovane).
EMpills per me rappresenta questo faro, questo porto sicuro da cui attingere ed in cui convogliare tutti i miei pensieri, tutte le mie paure ed i miei dubbi, dandovi forma in parole.
Più di una volta scrivere per EMpills è stato terapeutico, un vero e proprio “esorcismo”. Mi riferisco in particolar modo a post come “Vento a Tindari”, “Empatia e Burnout in bianco e nero” o “Come muore un anziano”.
Io torno sempre ad EMpills, come se questo fosse un regno fatato della medicina che dovrebbe essere rispetto a quella che in realtà tristemente è, per capire se il mio livello di Burnout, che mai potrà essere zero stia salendo, se ho comportamenti sbagliati con colleghi o con i pazienti e per capire quanto stia deviando dalla “retta via”.
Ultimo ma non ultimo torno ad EMpills per Carlo, che in questi anni è stato un amico, un maestro ed una guida
Fabio De Iaco
EMPILLS: IL NOSTRO “ORGANO UFFICIALE”
Quelli tra voi che sono stati bambini nei miei stessi anni (li riconoscete facilmente: anche qualora si tingessero i capelli, li sentireste sempre raccontare un fatto già vissuto in prima persona a proposito di qualunque evenienza di Pronto Soccorso, compreso il politrauma da sciame di cavallette e la caduta di un asteroide su un asilo nido), quelli della mia età, dicevo, ricorderanno l’espressione stereotipata con la quale si citava la Pravda al telegiornale negli anni ‘70: “Secondo la Pravda, organo ufficiale del Partito Comunista Sovietico…”.

Quell’espressione, “organo”, mi ha sempre divertito. Ma perché proprio “organo”? E poi, ma quale “organo” in particolare? Lo stomaco, i polmoni… sono certo che a seconda della vostra inclinazione politica sceglierete organi più o meno nobili.
E comunque, una volta compresa la particolare accezione del sostantivo “organo” (se proprio la Pravda vi disturba – a me diverte moltissimo – pensate a “Il Popolo” per la DC, l’“Avanti!” per il PSI, e così via) restava egualmente un lato buffo nella faccenda: l’organo come strumento musicale, calato in quel contesto, diventava lo strumento attraverso il quale qualcuno (nello specifico i comunisti russi) “se la suonava e se la cantava”. La mia fantasia costruiva improbabili immagini di un organo a canne, installato nella Piazza Rossa, suonato da un musicista a forma di stomaco, con una moltitudine di comunisti sovietici in colbacco schierati ad ascoltarlo.
Cosa c’entra tutto questo con Empills? Il punto è che non ho proprio alcuna intenzione di celebrare i dieci anni di Empills o di omaggiare la capacità e l’abnegazione (la parola più giusta sarebbe “sacrificio”) di Carlo D’Apuzzo. Non mi va perché sarebbe troppo formale e sicuramente, per quel che conosco Carlo, neppure così gradito.
Tuttavia i dieci anni di vita di Empills sono una ricorrenza seria e importante, e in questi giorni ho continuato a chiedermi cosa significassero davvero. In realtà i significati sono molti ma so che del valore della formazione sul web, degli strumenti “non convenzionali” di aggiornamento, di FOAMED e quant’altro diranno altri molto meglio di me.
E qui veniamo alla Pravda e alle stupide righe che avete letto poco fa: Empills è la nostra Pravda (ma scegliete pure quel che più vi aggrada, dall’Osservatore Romano alla Padania, magari passando per il Corriere dei Piccoli o Novella 2000).
Empills è il nostro organo ufficiale.
Ma qui si impongono due domande:
Perché lo è?
E poi, l’organo ufficiale di chi?
La prima domanda ha risposte facili (che poi credo siano il riconoscimento più importante che si possa attribuire a Empills): Empills è il nostro organo ufficiale perché ci rappresenta, perché è costantemente presente, ci fornisce risposte anche quando quelle risposte non hanno vere certezze alle spalle (devo ricordarvi l’ultimo anno e mezzo?), prova ad anticipare le nostre domande, nasce dal basso, è una forma di “aggiornamento continuo partecipato” (questa ti piace, vero Carlo?).
Ma soprattutto Empills è cresciuto ed è cambiato insieme a noi. Sono andato a rivedere il primo post. Letto oggi fa quasi tenerezza: le risorse di Internet, un luogo in cui condividere esperienze, metteremo i video delle procedure…
Pensate a quanto di più è diventato Empills: risorse e procedure ci sono, ma sono diventate le pietre angolari di una costruzione ben più complessa.
Quel che è cresciuto sempre più è stata la voce di una comunità.
In Empills trovate le parole che esprimono l’entusiasmo e l’amore per quel che si fa, ma anche i dubbi che non risolviamo, i disagi che ci amareggiano.
Trovate non solo risposte (tante) ma anche domande (altrettante) poste da chi sa di fare un lavoro che forse non sarà il più bello del mondo (come continuiamo a ripeterci, con una certa dose d’inevitabile retorica) ma è sicuramente uno dei più importanti al mondo e tuttavia uno dei meno supportati e rispettati (anche in questo caso non vi servono certo spiegazioni o esempi).
Ho un ricordo personale molto piacevole (cosa dicevo di quelli avanti con gli anni che annoiano con i loro racconti?): una notte di settembre a Brucoli, in Sicilia, una delle prime Summer School, trascorsa fino a un orario impossibile a discutere con alcuni tra i primi specializzandi MEU d’Italia. Eravamo all’aperto, uno splendido anfiteatro sul mare, le birre non mancavano e cercavo di spiegare ai “ragazzi” (per me restano ragazzi, mi scuseranno) quanto fossero importanti, più ancora della tecnica, l’approccio, la decisione e, non ultima, la relazione. E tuttavia le domande erano sempre le stesse: la pericardiocentesi? Il drenaggio toracico? Il mantenimento delle skills?
Ecco, Empills ha fatto proprio quel percorso ed è probabilmente questa la cosa che più apprezzo. Ha superato l’approccio esclusivamente tecnico senza naturalmente trascurarlo, ma ha saputo aggiungere molto di più. È diventato, lo ripeto, la nostra voce, e dentro quella voce ha scoperto emozioni, rivendicazioni, racconti, immagini. E so per certo che questo non toglie nulla all’aspetto della formazione e dell’aggiornamento, ma anzi lo migliora e lo completa.
La seconda domanda è più difficile e non saprò rispondere: di chi mai è organo ufficiale Empills? Che poi, tradotta, la domanda sarebbe: chi mai siamo “noi”?
Perché non siamo un partito e neppure un movimento. E definirci esclusivamente “gente di Pronto Soccorso” sarebbe riduttivo, perché non siamo solo quelli.
Non la trovo la definizione giusta. Siamo quelli che mentre danno risposte ai malati le cercano per se stessi. Coloro che si ostinano a dichiarare i propri principi anche se sanno di non essere ascoltati a sufficienza. Quelli che provano a mettere insieme una Medicina concreta ed efficace superando dogmi, stereotipi e limitazioni varie. Quelli che vorrebbero lavorare con il sorriso sulle labbra. Quelli che, nonostante tutto, sono ancora lì.
Forse potrebbe essere una bella sfida per Empills e tutti coloro che ne fanno parte (sia che scrivano sia che leggano): ci vogliamo definire una volta per tutte?
Come sempre più spesso mi succede finisco con più punti interrogativi che esclamativi. Ma mi diverte tornare alle fantasie bambinesche.
Empills è il nostro organo ufficiale? Certo: è uno strumento musicale che continua a suonare, e probabilmente non è un organo a canne, ma cambia spesso, è capace di suonare il rock ma non dimentica la musica classica. È sempre più presente: ha superato la Piazza Rossa e suona in tante piazze d’Italia. E a suonarlo, quel musicista che ha la forma di un qualche organo, cambia anche lui: qualche volta cervello, qualche volta muscolo, qualche altra cuore.
Auguri Empills!
E grazie di cuore, Carlo.
Francesca Fulco
EMPills non è semplicemente un blog che parla di medicina d’emergenza.
EMPills è un’occasione di confronto e d’incontro.
EMPills sono colleghi in giro per l’Italia – e non solo – che chiedono consiglio e offrono suggerimenti.
EMPills è una comunità che si supporta, una prospettiva sempre diversa che spesso è proprio ciò di cui si ha bisogno. La voglia di condivisione e di ricerca e approfondimento muove tutti noi, ci aiuta a distrarci dallo stress della quotidianità lavorativa, potendo comunque farlo per mezzo di quanto ci appassiona: la nostra professione

EMpills is…
Carlo ha firmato il primo post 10 anni fa, e da allora non ha mai lasciato il blog. Lo cura sotto ogni aspetto, molti dei quali non avevo considerato far parte del lavoro che un blog potesse comportare.
L’accoglienza di Carlo apre il cuore, garantendo una libertà di pensiero totale.
EMPills blog è verosimilmente unico nel suo, specie in Italia.
Sono estremamente grata a Carlo e a EMPills per lo spazio che ho, specie attualmente come unica infermiera tra gli autori permanenti. Mi ha tenuta ancorata a un piano di realtà adeguato anche in momenti meno semplici. Ha dato ossigeno a quel vago interesse che avevo per la divulgazione scientifica. E assaporando EMPills da autrice, la scintilla si è fatta fiamma.
EMPills siamo tutti noi, e non si può che volergli bene!
Maverick

Nasce in corsia, vive delle esperienze quotidiane delle corsie, i suoi benefici effetti si ripercuotono sui nostri pazienti formando un circolo virtuoso.
EMPILLS costituisce uno dei rari esempi di vitalità e forza della medicina d’urgenza italiana.
Si occupa di pazienti e non di poltroncine o fatui poteri, di casi clinici non di “casi umani”.
Anche per questo EMPILLS mi pare un oasi nel deserto.
Grazie a Carlo e a tutti i colleghi che collaborano a prendersi cura di questa oasi.
E auguro alla nostra disciplina di poter celebrare i prossimi decenni di questo blog mentre altre oasi spuntano, crescono, offrono conforto per l’anima e l’intelletto dei professionisti dell’urgenza/emergenza.
Francesco Patrone
Ricordo chiaramente la prima volta che vidi Carlo, era l’ormai lontano 2015, stavo esponendo una presentazione sull’ecografia nel trauma e vederlo tra il pubblico mi dava una strana sensazione…un misto tra nervosismo e orgoglio.

Empills era una delle mie letture preferite, un blog estremamente didattico, incredibilmente in lingua italiana…vedevo come dei miti i colleghi che pubblicavano i post…e Carlo lo consideravo un vero eroe.
Durante una pausa del congresso lo conobbi e ci fu subito feeling…. Come non essere affascinati dal suo entusiasmo e dalla sua modestia.
Quando mi chiese se avevo voglia di collaborare con lui, risposi subito di si!
Dopo poco, mi resi conto della difficoltà insita nella creazione di un post per un blog così importante e seguito.
Raccogliere il materiale, approfondire gli argomenti e inserirli in un testo facilmente leggibile è molto complicato, se poi si aggiunge la mancanza di tempo e gli argomenti che iniziano a scarseggiare, “partorire” un post era e continua a essere estremamente impegnativo…ma far parte della famiglia di Empills rimane comunque un grande piacere e un grande onore…che ripaga ampiamente il tempo impiegato.
Grazie ancora Carlo
Rossella Petrantoni
“Perché non provi a scrivere un post per EMpills?” “No, non sono capace, è un livello troppo alto per me”. Più o meno è andata così la conversazione con chi 4 anni fa mi ha coinvolto in questo progetto e tutt’ora la mia sensazione di inadeguatezza non è cambiata.
Negli anni si sono susseguiti post di elevatissima caratura etica e professionale, basati sulla EBM e sulla più recente letteratura disponibile, incentrati non solo sulla formazione “teorica” ma anche sulle technical skills che dovrebbero appartenere ad ogni professionista dell’emergenza; per citarne solo alcuni: monitoraggio delle curve nella ventilazione non invasiva, protocolli di sedazione, POCUS in tutti i campi di applicazione (diagnosi, monitoraggio, procedure invasive, rianimazione cardio-polmonare).
Ma EMpills non è “solo” un blog di Medicina d’Urgenza, è indubbiamente condivisione di casi clinici, Linee Guida, è supporto nell’aggiornamento e nella crescita professionale, è confronto ma è anche molto di più.
E’conforto dai nostri drammi come medici e uomini.
E’stato ed è un’opportunità per riconoscersi e a volte emozionarsi nelle esperienze degli altri colleghi.

E’appartenenza ad una categoria, la Medicina d’Urgenza, che ha ancora bisogno di affermare la sua identità troppe volte ancora non riconosciuta.
E’ uno stimolo continuo ad aggiornarsi, alienandoci per qualche ora tra articoli, studi e Linee Guida, a volte durante una breve pausa di un turno notturno.
E’rete e mai come in quest’ultimo anno e mezzo fare rete si è rivelato indispensabile per sopravvivere professionalmente e moralmente.
EMpills siamo tutti noi, in primis Carlo D’Apuzzo che ha avviato e coltivato questo progetto con dedizione e passione, sono gli Autori, e infine sono i Lettori che seguono con vivo interesse il Blog permettendone il perdurare e l’evolversi.
Grazie a tutti voi per questi 10 anni
Maria Luisa Ralli
La conoscenza oltre i libri, la conoscenza della pratica clinica quotidiana.
Ho conosciuto Empills ad inizio specialità quando durante le mie notti di guardia avevo bisogno di risposte rapide e veloci per risolvere qualche problema a letto del malato.
Il blog di empills infatti, attraverso la dialettica della medicina narrativa fornisce informazioni non solo cliniche ma anche di fisiopatologia e di terapia che trovano sempre riscontro nella pratica clinica quotidiana.
Come ho avuto modo di imparare in specialità le conoscenze che non ci dimentichiamo sono quelle che ci vengono raccontate da chi le ha vissute in prima persona: questi racconti carichi di emozioni (negative e/o positive) si impressionano nella nostra mente e di fronte a situazioni simili ci fanno trovare meno impreparati.
Grazie Carlo, per aver ideato questo porto sicuro che nei mari della medicina d’emergenza ci fa sentire tutti parte di una stessa famiglia e non ci lascia da soli quando il mare è in tempesta.
Alessandro Riccardi
Dieci anni.
Dieci anni di Empills. Dieci anni di aggiornamenti continui e puntuali e appassionati in ogni argomento possibile nella medicina d’emergenza. Dieci anni in cui uno strumento fondamentale mi accompagna e mi aiuta in ogni momento della mia attività professionale.
E già, perché se sono marginalmente un autore (non così prolifico come vorrei), sono principalmente un fruitore dei contenuti di questo grande contenitore di “pillole”, di aggiornamenti e, talvolta, di piccoli trattati.
Alle 2 del mattino ti arriva una lussazione di mandibola? Empills è lì, presente, con il contenuto che ti serve per rinfrescarti la memoria e indirizzarti nel giusto percorso.
E’ riduttivo paragonare questo blog al mitico Manuale delle Giovani Marmotte di Qui, Quo e Qua? quel magnifico libercolo che avevano con se e che conteneva tutto lo scibile umano? il periodo di nidificazione delle rondini? ecco la risposta nel manuale. Il nome e il periodo di regno di un oscuro imperatore del centro America? Il Manuale ha la risposta.

Ecco, Empills è diventato per me – ma per moltissimi – questo efficiente ed efficace Manuale del Giovane Medico d’Emergenza, che ti serve, eccome, anche quando non sei giovane, quando sei esperto ma non puoi essere esperto di tutto.
Ma non solo: Empills è presente anche come supporto, come aiuto in momenti difficili. Di questo devo ringraziare, oggi come allora, Mauro Cardillo, che con il suo post (poetico, magnifico, ventoso e leggero, intenso e riflessivo) Vento a Tindari, ancora il post più bello mai pubblicato, mi ha insegnato che si poteva parlare d’altro: delle proprie paure, delle scelte difficili, di etica, di virtù, di vizi. Empills ha raggiunto una nuova dimensione, dopo allora, e poi ne sarebbero arrivate altre ancora, e altre ne arriveranno.
Io sono autore del blog dal 2013 – e ancora non so perché Carlo mi abbia invitato a scrivere il primo post. Avevo scritto qualche commento, e lui mi ha chiesto di scrivere un articolo. Poi la collaborazione si è avviata e sono arrivati una sessantina di altri post (pochi, a dirla tutta: io davvero non so come Carlo abbia fatto, quando era solo, a mantenere una qualità altissima ed una produzione costante – diamine, noi siamo arrivati che Empills era già Empills ed era tutta farina del sacco di Carlo D’Apuzzo).
Io non posso fare altro che ringraziare Carlo: il suo invito a collaborare con il blog è stata uno dei momenti fondamentali per la mia vita professionale (l’altro, l’esperienza con il gruppo della Sedo-Analgesia in Urgenza, il SAU). Pensare ad un post, significa studiare. Scrivere, significa organizzare quanto studiato. Pubblicare, significa interagire con molti colleghi, da cui spesso si impara. Tutto questo, migliora il tuo lavoro.
Allontana il burn out. Ti fa crescere.
E ti apre gli occhi.
Grazie a Empills ho potuto scrivere la serie di post The Dark Side of the MEU , che mi ha permesso di fare chiarezza sul modo di essere un medico d’emergenza, e mantenere la lucidità in un mondo ed un ambiente particolarmente difficili, come sappiamo tutti.
Come dice il buon “Aigor” in Frankenstein Jr “potrebbe andare peggio, potrebbe piovere”, ecco, la situazione si è complicata, quando è arrivata la COVID-19.
Anche in questo caso, il blog è stata un’ancora, che ho usato sia come autore (insomma, la sensazione di studiare e aggiornare aiutava a sovrastare la paura e l’angoscia per quanto stavamo osservando) che come lettore, perché gli aggiornamenti (e i riferimenti bibliografici) erano lì, a portata di computer o smartphone.
Come il blog si sia trasformato, adattandosi alla nuova situazione, è un’altra prova delle qualità del lavoro che Carlo, in primis, aveva fatto.
Per cui, grazie per questi dieci anni e grazie per avermi invitato a bordo.
Davide Tizzani
Empills, per me, è lo schermo di un pc qualunque in un qualunque pronto soccorso della nostra penisola.

Ricordo ancora quando ed il modo in cui lo ho conosciuto. Specializzando all’inizio del quarto anno in frequenza nei locali magici ma difficili del Pronto soccorso.
Ricordo ancora la signora seduta sul lettino della sala visita e l’acaro appeso al suo polpaccio.
Ricordo ancora il post che faceva capolino sullo schermo del pc del medico di turno in quel momento: “Come rimuovere le zecche”. E sotto la foto dell’autore, un distinto signore dall’aspetto simpatico, con barba e baffi che mi sorrideva e rincuorava. Senza farti sentire solo e impotente.

Ricordo l’operazione di rimozione, prima apparentemente misteriosa, diventata semplice sotto la sua supervisione; rammento con esattezza la richiesta della paziente stessa di ringraziare sentitamente e personalmente questo fantomatico Dr. D’Apuzzo.
Ricordo quella sera stessa, fremente ed entusiasta a cercare su internet e scoprire qualcosa di nuovo. Un nuovo modo di imparare, un nuovo modo di confrontarsi e di condividere. Una finestra su quel mondo chiamato pronto soccorso e medicina d’urgenza grazie al quale la paura e la diffidenza è stata sostituita dall’attrazione e dalla passione. E la cotta è diventato amore e le sere sono diventati giorni, le settimane anni, tempo impiegato a crescere in compagnia di un nuovo amico, disponibile, fedele, sempre presente.
Ricordo post mitici (“Fagli un Puntino”- “Protocolli di sedazione in Pronto Soccorso” – “Come muore un anziano” “Vento a Tindari” – “Essere un medico d’urgenza”).
Ricordo autori diventati punti di riferimento, sempre pronti a risolvere ogni mio dubbio, lenire ogni mio patimento e riempire il mio vuoto di conoscenza.
E all’inizio di ogni turno mi ricordo ancora di accendere il pc, aprire il programma di gestione dei pazienti in pronto soccorso e concomitantemente di collegarmi al sito di Empills. Un rito scaramantico ma soprattutto ancora una reale necessità: mi accompagna, mi insegna e mi ricorda che solo la conoscenza, la condivisione, il dubbio, la ricerca e lo studio sono le armi per diventare medici e anche uomini migliori.
Ringrazio per ogni pillola pubblicata, ma esprimo soprattutto riconoscenza per questi principi che ci ha insegnato e trasmesso. Per questo Empills è molto di più di un semplice sito o di un chiaro blog: è uno stato dell’animo. E per questo non saremo mai abbastanza in debito verso quel genio creativo del suo ideatore, a cui va tutta la mia stima e la mia perenne gratitudine.