Una delle procedure che frequentemente pratichiamo in pronto soccorso e l’incisione e il drenaggio di ascessi cutanei. Capita spesso poi di discutere con colleghi e specialisti se a questo debba seguire un trattamento antibiotico e devo ammettere che i più, soprattutto tra gli specialisti, seguono questo indirizzo. Vi è pero evidenza che questo comportamento sia di vantaggio per il paziente o il nostro modus operandi deriva semplicemente da una prassi consolidata?
E’ stata appena pubblicata on line Epub ahead of print su Emegency Medicine Journal una metanalisi che affronta questo argomento: Systemic antibiotics after incision and drainage of simple abscesses: a meta-analysis.Diamoci uno sguardo
Obiettivo dello studio
L’obiettivo di questa metanalisi è stato verificare se l’aggiunta di una terapia antibiotica per via sistemica al trattamento standard di ascessi cutanei non complicati fosse in grado di determinare un aumento nella percentuale delle guarigioni quando comparata al placebo.Criterio di guarigione è stato considerato la mancata necessita di successiva incisione o drenaggio o ulteriore trattamento antibiotico nei 7-10 giorni successivi al primo trattamento chirurgico.
Sono stati valutati 4 trials per complessivi 589 pazienti (428 adulti e 161 bambini) trattati sia nei dipartimenti di emergenza che in ambulatorio. I paienti sono stati randomizzati nel ricevere placebo(285 pazienti) o uno dei seguenti 3 antibiotici:
- cefradina ( 27 pazienti)
- cefalexina (82 pazienti)
- trimetoprim-sulfametossazolo (161 paizienti)
34 pazienti sono stati persi nel follow up o la raccolta dei dati è stata incompleta
http://www.youtube.com/watch?v=LL-4NDj0Cyg
Risultati e conclusioni
In pazienti con ascessi cutanei non complicati l’aggiunta di antibiotici al trattamento standard costituito da incisione e drenaggio non migliora la percentuale di guarigione (88.1% vs 86.0%; OR 1.17 (95% CI 0.70 to 1.95)).
Commento personale
Personalmente non credo che questo studio cambierà il nostro atteggiamento terapeutico nella gestione di questi pazienti. In linea generale raramente prescrivo antibiotici in questi frangenti. Penso però che questo lavoro aggiunga un mattone verso un cambiamento di atteggiamento di abitudini fondate su scarse prove di efficacia. Una piccola dogmalisi cui stiamo assistendo in questi anni soprattutto in questo ambito. Mi riferisco all’uso dei guanti sterili per le suture, al preferire la soluzione fisiologca all’acqua del rubinetto nel lavaggio delle ferite, alla anestesia locale senza adrenalina nel blocco digitale e all’uso dello zaffo proprio nell’incisione degli ascessi. Tutte queste prassi consolidate sono state recentemente messe in discussione ed è verosimile che anche l’uso degli antibiotici dopo l’incisione di ascessi cutanei lo sarà. Curioso e interessato a sentire la vostra opinione.
Io amo gli antibiotici.
Ma quando servono.
Dipende dall’ascesso (pus verde, giallo…?), dalla sua localizzazione (perineale), entità (segni clinici, febbre, eventuali parametri di infiammazione disponibili, se richiesti), estensione del processo (dente > mastoide?).
L’unica cosa su cui siamo tutti d’accordo è “ubi pus, ibi evaqua”…ma spesso il drenaggio non è detto che sia completo, il rischio di corpi estranei ritenuti magari è alto (schegge di legno)…
Buon lavoro.