lunedì 11 Dicembre 2023

App in Pills – Agosto 2016: Nerve Whiz

screen696x696 (4)Rieccoci con l’appuntamento estivo di App in Pills. Sarebbe dovuta essere un’edizione molto più leggera, adatta a chi fortunatamente se ne sta sdraiato sotto l’ombrellone o a godersi il fresco in montagna (cioè non come il sottoscritto…!!).. ma non ho resistito =)

Ricordo ancora il secondo anno di università, anatomia umana: tutti i muscoli e le singole innervazioni.. i dermatomeri e le afferenze. Poi il quinto anno con neurologia e i correlati clinici. Delle due materie è più fresco il ricordo della seconda, ma che ne è stato del quadro elettrico del nostro corpo? Sarà sepolto da qualche parte nel mio circuito limbico, con tante interruzioni.

Nerve Whiz è la soluzione che ho trovato. Un’app gratuita, per dispositivi Android ed Apple, che aiuta a guidare i miei sospetti sull’origine dei disturbi neurologici periferici a partire dai sintomi.

All’apertura dell’app ci vengono offerte 4 opzioni nella parte inferiore. In ognuna, in alto a sinistra, troveremo la possibilità di selezionare e spostarci dagli arti superiori a quelli inferiori (to upper / to lower).

screen696x696 (3)La funzione “chart” è un elenco di tutti i muscoli del corpo con indicate: innervazione, radice spinale e plesso nervoso di origine, azione sviluppata dalla contrazione e modalità per verificarne corretto funzionamento o osservarne la debolezza. Ho trovato molto pratica la possibilità di modificare l’ordine in elenco per muscoli, nervi, radici, azione o plesso: questo può guidare più rapidamente alla diagnosi in base al sospetto clinico.screen696x696 (2)

A seguire l’interessante funzione diagnostica sotto la categoria “muscles”. Se esaminando una particolare zona di arto superiore o inferiore trovassimo un deficit sensitivo o motorio potremmo inserire tali muscoli e matchare quale radice nervosa è interessata.screen696x696 (1)

“Diagrams” ricorda molto la mappa della metropolitana londinese. Un rendering grafico simpatico e sintetico delle diramazioni di ogni radice nervosa o plesso, sia dei singoli nervi sia dei muscoli innervati.screen696x696

Infine “sensory” permette in maniera molto intuitiva di risalire alla radice nervosa coinvolta in un deficit sensitivo soltanto toccando la porzione dell’arto interessata.
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Globalmente la considero un’app molto utile nella pratica clinica di ogni giorno, quindi le assegno 4 pillole su 5. Tra le pecche: manca una parte teorica, ben compensata dall’utilità sul campo di battaglia. Avrei tuttavia gradito la presenza di altre porzioni del corpo: mancano del tutto il capo e il tronco! E spero che in futuro gli autori li aggiungano.

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Sono stato a cena la scorsa settimana da un mio amico ingegnere, responsabile della manutenzione in un grande stabilimento di una multinazionale. Accennando al post che intendevo scrivere, siamo finiti a parlare della complessità del sistema nervoso umano paragonandola a quella di un impianto elettrico industriale. Effettivamente sono rimasto stupefatto alla vista della planimetria dello stabilimento che mi ha mostrato con orgoglio, spiegandomi pregi e difetti della sua creazione. Eppure, nonostante i miei complimenti, ha ammesso di provare un perenne senso di insoddisfazione, come se mancasse qualcosa a rendere perfetto il suo progetto.

Ricordando i film dove le coscienze artificiali finiscono col sopraffare la razza umana abbiamo concluso che, probabilmente, si trattava della mancanza di una coscienza. E la tradizionale grappa a fine pasto ha riportato a galla un noto interrogativo storico. Cosa differenzia l’essere umano da una macchina?

Fin troppi autori hanno cercato di risolvere la domanda che ruota attorno alla dicotomia anima – materia. Vorrei saltare la concezione di Democrito ed Epicuro, e per una volta vorrei tralasciare la famosa interpretazione dualistica cartesiana di Res cogitans Res extensa. Piuttosto vorrei riportare alla luce il duello filosofico tra meccanicismo e vitalismo, che ha influenzato profondamente la medicina moderna dal XVIII° secolo.

La maggior parte dei medici del ‘700 è stata influenzata dal meccanicismo, che trova la sua affermazione più generalista nel pensiero di J.O. de la Mettrie. La sintetizzerò così: se l’universo è un grosso orologio, che viene riparato e ricaricato da un demiurgo/orologiaio, l’uomo può a sua volta essere paragonato ad un piccolo orologio, riparato e ricaricato dal medico in caso si guastino i suoi ingranaggi.

Del tutto opposta è, invece, la teoria vitalista. In medicina la si può vedere come un derivato delle dottrine ippocratico – galeniche, e viene portata avanti in questo settore dal clinico tedesco G. E. Stahl. Questi sosteneva che esiste si un’anima, ma gerarchicamente superiore al corpo e che lo conserva dal disfacimento, influenzandone profondamente lo stato di salute o malattia.

Due pensieri opposti ed estremi che hanno intrattenuto per ben due secoli e mezzo i salotti d’europa, con duelli a base di penne e inchiostro. Una delle dispute più particolari è infatti quella tra lo stesso Stahl e Leibniz, quest’ultimo sostenitore del meccanicismo (ma che, stranamente, accettava monadi pensanti…).
Una posizione meno estremista e più vicina al pensiero moderno è quella del fisiologo olandese J. Moleschott di fine ‘800 poichè accetta che anima e materia siano poste sullo stesso piano e si influenzino reciprocamente, senza rapporti gerarchici, e che la medicina debba occuparsi e dell’uno e dell’altro.

Ovviamente servirebbe troppo tempo per analizzare la questione (troppe cose da leggere!!) e ne ho dato una spolverata per chi volesse approfondire.

Ma alla fine concluderò questo discorso con la perla di un mio professore.

“In fondo ragazzi, la differenza tra un robot e un uomo sapete qual è?
Che un robot, se pesta un chiodo, segnala il dolore con un BIP o dicendo ahia.
Mentre un uomo, se pesta un chiodo, sente il dolore e urla qualche imprecazione.”

R.A.

Uno che aveva capito l’essenza della fisiologia umana.
Ovvero tentare di descrivere il funzionamento di un corpo che, a mio parere, resta di base una macchina dal funzionamento strabiliante, ma con in più un sacco di complicazioni corticali (leggi: intelligenza) e soprattutto sovracorticali (leggi: pippe mentali), che unite sotto il nome di coscienza influenzano la nostra vita.

“Il pensiero è come un coltello: ti ci puoi imburrare il pane oppure tagliartici la gola.”

G.C.Giacobbe.

 

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Matteo Paganini
Matteo Paganini
Specializzando in Medicina d’Emergenza e Urgenza, università di Padova. Ricercatore/operativo in soccorsi speciali acquatici (mare-fiume-lago), disaster medicine, ecografia d’urgenza. #FOAMed supporter. @pagustein | + Matteo Paganini | [email protected]

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