Eccoci qui con l’episodio autunnale di App in Pills!
Hai presente il taccuino che portiamo sempre in tasca sul lavoro? Quello che, se viene dimenticato in armadietto o a casa, ci fa avvertire la spiacevole insicurezza di non possedere le adeguate conoscenze per poter curare i pazienti.
Già l’altra volta avevo dato un primo colpo a questa insicurezza, tentando di proporre app sostitutive. Con lo stesso scopo oggi ti proporrò “Farmaci in Pronto Soccorso”.
Si tratta di un’app che riassume al suo interno numerose informazioni utili ai professionisti sanitari. La grafica e l’interfaccia sono davvero molto semplici: sfondo blu, quadrati da cliccare in maniera chiara e veloce. Nella sua schermata iniziale è possibile accedere a tutte le funzioni che cercherò di descrivere.
Parto innanzitutto dal nome, ovvero… dai farmaci.
E’ una sezione che comprende ben 82 tra le molecole più usate nel Dipartimento di Emergenza e Urgenza. Puoi cercarli scorrendo la lista in ordine alfabetico, digitando il nome.. oppure accedere a dei raggruppamenti per categoria stilizzati da simboli (notare in alto nella foto, da sinistra verso destra: farmaci che riducono la pressione, che la aumentano, inotropi positivi, antiaritmici, diuretici… e altro a seguire scorrendo, una bellissima idea).
Ciascun farmaco è ben descritto con nome commerciale (che però non è possibile cercare), classe, parametri farmacologici e fisiologici, indicazioni d’uso e modalità di somministrazione (dove è possibile calcolare i parametri per le infusioni continue), sovradosaggio, interazioni ed effetti indesiderati, somministrazioni nei bambini, gravidanza e allatttamento. Un elenco completo, oltre ad indicazioni pratiche di utilizzo.
La seconda sezione comprende un elenco di scores usati in pronto soccorso: andiamo dal TIMI, al Wells e Geneva.. pochi ma usati spesso.
Si prosegue con le “utility”, tra cui un calcolatore di velocità e dosi di infusione continua, uno per la durata della bombola di ossigeno, controindicazioni per trombolisi, scale di sedazione e del dolore, o addirittura modelli di certificati standard.
Chiudono i contenuti le pagine dedicate ai bambini, organizzate per macroargomenti (ostruzione vie aeree, crisi epilettiche..) o in base al peso stimato (ciascun kg con parametri vitali, dosi di farmaci, misure di presidi), molto vicino come concetti al nastro di Broselow.
Che dire… un’app da esplorare tutta, usare e riusare, in continuo miglioramento. Gli assegno ben 4 pillole su 5!
Nulla a che vedere col foglio A3 con sopra i farmaci che porto dietro per sicurezza e che mi tocca ristampare quando si strappa!
Sarebbe bello che l’app fosse disponibile anche per Apple.. e chiederò all’autore se ha in programma di farlo!
“Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit.”
Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.
Questa massima appartiene a Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, per gli amici Paracelso.
Spesso mi sono chiesto come mai al primo anno di medicina siano trattate materie come chimica generale, chimica organica, biochimica, fisica. Mi sono risposto che ciò deriva dalle idee che Paracelso ha impresso nella medicina del 16° secolo. Si torna indietro ad un’epoca dove il medico era una figura a cavallo tra luce ed oscurità, tra certezze ed occultismo. Un filosofo, un astronomo, un mago, un alchimista, Paracelso ha introdotto la cura per similia: la sua idea non prevedeva di contrastare la malattia col suo contrario (come presupponeva Galeno), bensì andando a stimolare un ciclo virtuoso per amplificare potenzialità positive già presenti nel corpo. E’ stato il primo che ha dichiaratamente portato l’alchimia in un laboratorio medico, non per creare l’oro o la pietra filosofale, bensì per ricavare da quei procedimenti così al confine con la scienza qualcosa che potesse essere medicalmente pionieristico. In un mondo dove a farla da padrone erano medicamenti a base di erbe, egli fece un abbondante uso di sostanze chimiche e metalli (soprattutto mercurio, antimonio, zinco, solforati, sali), perciò si può dire che Paracelso sia stato l’inventore della chimica medica.
C’erano già stati dei predecessori: in Grecia e nel mondo arabo ad esempio venivano prescritti metalli puri. Ed è pur vero che nei periodi immediatamente precedenti alla nascita di Paracelso c’era stato qualche tentativo di avvicinare la medicina all’alchimia, dato che questa mirava al benessere e all’immortalità oltre che all’oro.
La fama di Paracelso è a mio avviso legata a due fattori. Innanzitutto la teatralità e misticità dei suoi comportamenti, come bruciare testi ritenuti “sacri” per i medici del tempo (vedi: rogo dei testi di Avicenna e Galeno nel Giugno 1527) o viaggiare in quasi tutta l’Europa alla ricerca della soluzione a misteri, per diffondere le sue teorie o per studiare la sifilide che iniziava a flagellare il vecchio continente. In secondo luogo ritengo che i predecessori non ebbero lo stesso coraggio di uscire dalla comfort-zone e confutare ciò che avevano imparato come verità-rivelata all’università – vuoi per poca disposizione personale o per la sfortuna di non vivere come Paracelso nel pieno del rinascimento tedesco (essendo contemporaneo di Martin Lutero o Erasmo da Rotterdam).
Quanto conta oggi questo lascito?
Rimane solo al primo anno di medicina o ce lo portiamo dietro lungo le corsie, durante i nostri turni, quando dobbiamo avere a che fare con somministrazioni dell’ordine dei microgrammi pro-kg e tentare di non oltrepassare il sottile confine tra effetto terapeutico ed effetto avverso?
Non è forse magico, anche se scientifico, l’essere discesi fino ai segreti più nascosti delle cellule, lungo la strada delle -omiche? Cosa ci aspetterà dopo la metabolomica e la medicina personalizzata?
La medicina è fatta di cose che si sanno e non si sanno. Ma sono sicuro di questo: dopo aver letto questo articolo, noterai che a volte prendi decisioni e compi azioni non soltanto sulla scorta dello studio di linee guida. Ci sono cose che funzionano nonostante non ci siano forti basi fisiopatologiche, come quella soluzione fisiologica/elettrolitica che somministri ogni tanto a qualche paziente e risolve una fibrillazione atriale..
“Agua es vida”
CIT, un collega
Dove finisce quindi l’alchimia? E dove inizia la scienza?
ma questa app dove si scarica?
Puoi ricercare su Google play la frase “farmaci in pronto soccorso” del dr Faelli. Non credo ci sia per apple o Windows.