Nelle note di triage leggo: ” edema del pene da tre giorni”, di li a poco si presenta Casimiro, un uomo poco più che quarantenne che con un’aria a meta tra sofferente e imbarazzata mi dice: ” ho il pene gonfio da 3 giorni, ho letto su internet… penso sia una parafimosi…”
Questa volta dr Google ha fatto centro!

L’edema in effetti è imponente, provo comunque la manovra di riduzione dopo adeguata lubrificazione con gel: inefficace.
Mi viene così in mente qualcosa che avevo letto su ALIEM qualche tempo fa e quanto raccontato dal mio amico Ciro Paolillo che mi aveva detto di essere riuscito a ridurre l’edema della parafimosi dopo aver applicato dello zucchero sulla parte.
Detto fatto. Viene recuperata una quantità di zucchero adeguata e versata in una busta abitualmente utilizzata per raccogliere le provette dei prelievi e, dopo aver messo a suo agio Casimiro in una sala vista al momento non utilizzata, viene ricoperto il pene in toto posizionandolo nella busta.
Dopo circa un’ora l’edema si è ridotto un pochino, la diminuzione dell’edema non è eclatante, ma è tale da consentire la riduzione della parafimosi.
Una cosa simile l’avevo vista fare in passato anche da Luisa, la nostra collega con una specializzazione in chirurgia, su una paziente con un’importante prolasso rettale.
Questi report certo ci consolano, ma esistono studi che li supportino questo modo di procedere? Vediamo cosa ho trovato.
Ci sono evidenze?
UpToDate affronta il problema di ridurre l’edema prima della procedura di riduzione queste le opzioni:
Ghiaccio
Il ghiaccio può essere di aiuto purché non siano presenti segni di ischemia o necrosi
Dopo avere anestetizzato la parte con gel anestetico ,viene messo una adeguata quantità di ghiaccio in un guanto di gomma che viene chiuso con un nodo all’estremità.
Il pollice del guanto viene posizionato al di sopra del pene e invaginato nel guanto in modo che il pene ne sia avvolto.
Osservare la riduzione dell’edema dopo 10-15 minuti – link
Bendaggio compressivo
Il bendaggio compressivo manuale viene spesso utilizzato in questi casi dopo un adeguato controllo del dolore.
A volte viene invece usato un bendaggio elastico – link – link
Il bendaggio deve essere iniziato distalmente e progredire in senso prossimale.
A seconda del tipo di bendaggio la riduzione dell’edema può essere evidente dopo 5-7 min (Ace wrap) o 20 minuti (Co-flex)
Agenti osmotici
Questi metodi non andrebbero utilizzati in presenza di segni di ischemia del glande.
Essi utilizzano il principio per cui i fluidi si spostano in base a un gradiente di concentrazione
Zucchero granulato
Lo zucchero inserito in un guanto o un condom viene applicato sul pene. Il tempo richiesto per la riduzione dell’edema circa 2 ore – link
Destrosio al 50%
Bagnare una garza con soluzione glucosata al 50% e avvolgerla intorno alla parte edematosa. Lasciare la garza in sede per circa 1 pra e periodicamente bagnarla nuovamente prima di procedere alla riduzione manuale. – link
Mannitolo 20%
Eseguire lo stesso procedimento descritto per il destrosio. Il tempo richiesto per diminuire l’edema prepuziale + un pò inferiore 30-45 minuti – link
Altri metodi di riduzione
Incisione dorsale
Un’incisone dorsale longitudinale di 1-2 cm viene eseguito al di sopra della costrizione in modo da ridurre l’edema e permettere la riduzione.
Successivamente si procederà alla sutura della cute incisa – link
La procedura richiede la sedazione procedurale o il blocco nervoso dorsale del pene

In alterativa due pinze emostatiche possono essere applicate alle ore 12 in modo da ridurre l’afflusso sanguigno e quindi il sanguinamento dopo l’incisione.
Le pinze andranno poi rimosse dopo avere suturato la cute

Trazione
Un’altro possibile metodo per ridurre l’edema è rappresentato dall’uso di alcune pinze da trazione come l’Adson e la Babcock, anche se il rischio di causare abrasioni al prepuzio è piuttosto elevato con questa tecnica.

Puntura con ago – Dundee technique
Un altro modo per facilitare la riduzione della parafimosi è rappresentato dalla puntura multipla del prepuzio attraverso un ago di piccole dimensione: la cosiddetta Dundee technique, ovviamente dopo opportuna anestesia locale o sedazione procedurale
L’uso di ialuronidasi, in grado di scindere l’acido ialuronico, aumenta l’efficacia di questa procedura. – link

Aspirazione del glande
Un altro metodo invasivo per ridurre la parafimosi è rappresentato dall’aspirazione del glande.
Dopo avere eseguito l’anestesia locale o sottoposto il paziente a sedazione procedurale un’ago da 20 gauge viene montato su siringa da 10 ml e fatto proseguire parallelamente all’uretra. – link
Dopo l’aspirazione del sangue si otterrà lo stesso risultato che con la riduzione manuale.

E’ bene sottolineare che l’uso di tecniche invasive per la riduzione della parafimosi andrebbe effettuato dallo specialista urologo o da un medico esperto nella procedura.
Consigli dopo la riduzione
Su Uptodate leggiamo:
- Non retrarre il prepuzio per almeno una settimana
- Per l’igiene usare l’acqua evitando sostanze irritanti
- I pazienti che hanno subito minime lesioni durante la manovra di riduzione dovrebbero applicare su di esse una crema a base di bacitracina
- I pazienti che hanno manifestato la parafimosi in seguito al posizionamento di piercing non dorebbero riposizionarli
-
Nel caso in cui la parafimosi fosse secondaria all’attività sessuale è bene consigliarne l’astenzione per diversi giorni.
- Un controllo presso il medico curante nell’arco di 1-2 settimane è sempre appropriato mentre
Consulenza urologica
E’ bene inviare il paziente dallo specialista nei casi di
- ripetuti episodi di parafimosi
- quelli in cui la manovra di riduzione ha causato danni al prepuzzio con possibile insorgenza di fimosi secondaria.
Considerazioni finali
Come spesso capita, approfondire temi anche banali come potrebbe essere questo, ci porta a scoprire un mondo.
Spero che questa piccole revisione dell’argomento sia stata utile, come sempre in attesa dei vostri commenti.