Ormai molto, molto tempo fa, durante le manovre di rianimazione cardiopolmonare una collega intensivista ad un certo punto disse: “facciamo una fiala di calcio.” Stupito , il calcio anche allora non era previsto da nessun protocollo ALS, non ebbi il coraggio di oppormi in quanto la situazione sembrava disperata Di lì a poco il paziente riacquisto il polso.
Era giunto poco prima con quadro di PEA. L’emogasanalisi eseguita successivamente aveva dimostrato una grave iperpotassiemia.
E’ in attesa di essere pubblicata su European Journal of Emergency Medicine una revisione su questo tema dal titolo Calcium administration during cardiac arrest:a systematic review vediamo cosa dice.
Sebbene inizialmente consigliato nelle linee guida ACLS, nel 1974 addirittura per ogni forma di arresto cardiaco, a partire dal 1986 la somministrazione di calcio è stata considerata pericolosa e quindi esclusa dagli algoritmi ALS con l’eccezione dell’iperpotassiemia, dell’ipocalcemia e dell’intossicazione da calcio antagonisti.. In realtà i dati in letteratura a supporto o contro questo trattamento sono sempre risultati pochi.

Obiettivo di questa revisione è stato quindi proprio ricercare studi che avessero criteri considerati necessari per poter essere incorporati in linee guida secondo la Patient/population,Intervention, Comparator, Outcome (PICO) structure, che siamo abituati ad utilizzare nelle nostre ricerche bibiografiche su Pubmed o altri database.
Lo studio
A ogni studio identificato è stato assegnato uno dei cinque livelli di evidenza utilizzati dalla ILCOR
– 1 Studi randomizzati e controllati o metanalisi di questi studi
– 2 Studi che utilizzano controlli senza una vera randomizzazione – studi pseudo randomizzati – o loro metanalisi
– 3 Studi retrospettivi
– 4 Studi senza controlli – serie di casi
– 5 Studi non direttamente collegati ad una determinata popolazione ad esempio su modelli animali o meccanici
la qualità degli studi fu classificata come buona, adeguata o scarsa
Su 48 studi individuati 10 sono stati considerati adeguati per una valutazione
Risultati e conclusioni
– Non vi è alcuna evidenza che la somministrazione di calcio durante la rianimazione cardiopolmonare migliori la sopravvivenza nei pazienti in arresto cardiaco indipendentemente dal ritmo di presentazione
Per quanto riguarda il suo uso nell’iperpotassiemia, nell’ipermagnesemia , nell’ipocalcemia o nell’intossicazione da calcio antagonisti non si possono trarre conclusioni definitive a causa della scarsità di dati.
Commento personale
Come sempre non bisogna farsi trarre in inganno da quello che viene richiesto ad un trattamento o a uno strumento diagnostico per essere incorporato in una linea guida che poi verrà adottata in tutto il mondo e quello che facciamo nella nostra vita reale.

Non credo infatti che nessuno di noi, anche dopo avere letto questa revisione si astenga dal somministrare calcio cloruro in un paziente in cui ci sia il sospetto di una grave iperpotassiemia come recentemente enfatizzato dai colleghi dell’ospedale S.Paolo di Savona su Internal and Emergency Medicine The emergency physician and the prompt management of severe hyperkalemia o in caso di ipocalcemia severa o intossicazione da calcio antagonisti..
Concordo invece con le conclusioni degli autori sul fatto che siano necessari ulteriori studi in questo ambito che ci aiutino a comprendere meglio meccanismi e outcome dei pazienti .
Come sempre in attesa dei vostri commenti.
bellissimi articoli , li consiglio sempre a tutti per la loro chiarezza e genuinità verso il vostro (prossimamente nostro) mestiere.
Ivan, grazie di seguire il blog e del feedback positivo.
Proprio ieri mi è capitata la stessa cosa…durante un arresto cardiaco con ritmo non defibrillabile la rianimatrice durante l RCP somministrava Calcio cloruro con mia sorpresa e stupore e ricompariva un ritmo sul monitor…