giovedì 10 Ottobre 2024

Un vomito che non passa…

Giorgio ha 45 anni e una vita non proprio facile alle spalle. Una storia di dipendenza dagli oppiacei, periodo in comunita. Vive di lavoretti qua e la, ma ora è pulito. ” Dottore ora mi faccio solo le canne…”

E’ un po di tempo però che si presenta in pronto soccorso a causa di episodi di vomito. E’ stato studiato a fondo con esame fisico, ecografia, esami di laboratorio, endoscopia. Niente che possa spiegare in modo soddisfacente i suoi sintomi.

“Non avrà l’ iperemesi da cannabinoidi” interviene Augusto, lo specializzando che sta lavorando insieme a me.

Strabuzzo gli occhi, ” Ma la cannabis non viene usata per curare la nausea e li vomito?”

I giovani hanno sempre una marcia in più. 🙂

Come avrete capito il tema di oggi è la Cannabinoid Hyperemesis Syndrome.

E’ da poco uscita epub una revisione sistematica su J Med Toxicol ,vediamo cosa dice.

 

cannabis

 

La Cannabinoid hyperemesis syndrome (CHS) una forma di vomito ciclico associato all’uso di cannabinoidi.

 

La cannabis è una droga molto diffusa nel mondo e, in alcuni parti, il suo uso non solo è permesso ma legalizzato a fini terapeutici.

Negli Stati uniti 26 Stati è Washington D.C. ne hanno legalizzato l’uso in qualche forma, mentre 7 e Washington DC ne consentono un uso ricreazionale.

Sempre negli Stati Uniti d’America è stata approvato il suo uso per una serie di condizioni cliniche inclusi:

  • nausea e vomito dovuti alla chemioterapia
  • stimolare l’appetito nei pazienti con AIDS
  • dolore cronico
  • spasticità dovuta alla sclerosi multipla
  • depressione

 

La prima segnalazione della cannabinoid hyperemesis syndrome (CHS) è del 2004.

La CHS è un vomito ciclico nell’ambito di un uso cronico e di grandi quantità di marijuana spesso associato all’uso compulsavo di bagni o docce calde, usate nel tentativo di attenuare i sintomi.

Il suo riconoscimento è piuttosto basso per una serie di ragioni, inclusa una certa reticenza a riferirne il consumo nell’anamesi soprattutto nei paesi dove l’uso è illegale

Vi è poi il paradosso di un sostanza in grado di causare gli stessi sintomi per i quali è considerata un agente terapeutico

 

Marijuana Legalization Status

 

Lo studio

E’ stata condotta una revisone sistematicautilizzando i database MEDLINE, Ovid MEDLINE, Embase, Web of Science, and the Cochrane Library, da gennaio 2000 al 24 settembre 2015.

Gli articoli inclusi nella revisione sono stati valutati utilizzando il Grading and Recommendations Assessment, Development, and Evaluation (GRADE) criteria.

Sono stati così identificati 2178 che, dopo aver rimosso i duplicati, sono diventati 1253, 183 dei quali inclusi nello studio.

Sono state cosi riconosciute 14 caratteristiche diagnostiche di cui le più comuni sono:

  • storia di uso della cannabis di qualsiasi durata (100%)
  • nausea e vomito ciclico (100%)
  • risoluzione dei sintomi dopo la sospensione dell’assunzione della cannabis (96.8%)
  • alleviamento dei sintomi dopo bagni caldi compulsivi (96.8%)
  • predominanza nel sesso maschile (72.9%)
  • dolore addominale (85.1%)
  • assunzione almeno settimanale di cannabis (97.4%)

 

Fisiopatologia

Al momento attuale il meccanismo fisiopatologico alla base di questa sindrome non è noto.

 

keep-calm-study-pathophysiology

 

 

Molte ipotesi sono state proposte, ma l’evidenza basata sulla scala GRADE è molto bassa.

Una di queste ha ipotizzato un’alterata regolazione del sistema degli endocannabinoidi, un gruppo di recettori endogeni noti come CB-1 and CB-2 localizzati nel cervello, nell’apparato gastroenterico, nel sistema immunitario della mammella e nel sistema nervoso periferico.

Ci sono poi limitate evidenze che la variabilità genetica individuale e dei componenti dei cannabinoidi possano avere un ruolo nella genesi dei sintomi di questa sindrome.

Terapia

Trattamento di supporto con liquidi per via endovenosa, antagonisti della dopamina, crema alla capsaicina topica, evitando l’uso di oppiacei per il trattamento del dolore sembrano essere di una qualche utilità, ma proprio la semplice sospensione dell’assunzione di cannabis sembra rappresentare la migliore terapia.

 

Considerazioni personali
Certo, non ci capiterà molto spesso di incontrare pazienti come Giorgio, nella nostra pratica clinica di tutti i giorni, ma sapere che una sindrome come questa esiste penso possa aiutarci ad evitare di ricercare pervicacemente una causa che non esiste. Dicamolo, anche questo, è più facile a dirsi che a farsi.
E voi, conoscevate questa sindrome? Avete mai incontrato pazienti come Giorgio?

Carlo D'Apuzzo
Carlo D'Apuzzo
Ideatore e coordinatore di questo blog | Medico d'urgenza in quiescenza | Former consultant in Acute Medicine | Specialista in medicina interna indirizzo medicina d’urgenza e in malattie dell’apparato respiratorio | #FOAMed supporter

9 Commenti

  1. Sono una studentessa di medicina, durante il mio Erasmus in Francia ho fatto il tirocinio in pronto soccorso e ho avuto modo di vedere una paziente con la sindrome cannabinoide. Era un’adolescente, all’anamnesi riferiva già un precedente episodio di questa sindrome dopo il quale aveva cercato di ridurre il consumo di cannabis, ma ancora ne faceva un uso quotidiano. Si presentava con nausea, forti dolori addominali e vomito, che ha cercato di alleviare quando era in casa facendo una doccia calda!

  2. La cannabis è una sostanza ultra millenaria, popolazioni dell’africa occidentale e del sud asia la utilizzano tradizionalmente e illegalmente da sempre, è la sostanza di abuso più consumata nei paesi civili occidentali, anche in questi da almeno un secolo ( boom anni 60, sino ad oggi ).
    Mi sembra francamente strano che una sindrome del genere si affacci solo adesso a nuovo millennio inoltrato…
    Dato il suo larghissimo utilizzo e “strabuzzo”, dovremmo avere statistiche più pesanti a riguardo… se l’emisi e la stipsi da oppiacei è una sindrome iatrogena accertata.. per la cannabis non vi è questa forte evidenza

    • Fabio,
      grazie del tuo commento. Concordo con le tue osservazioni, anche se non sempre riusciamo a vedere qualcosa che abbiamo sotto gli occhi da tempo. Senza dubbio occorrono nuovi studi per meglio identificare e definire questa rara sindrome.

    • Caro Fabio, non sono un espertissimo di tossicologia, ma penso che l’incremento del fenomeno sia associato alle attuali condizioni di coltivazione della pianta. Infatti rispetto al passato la coltivazione della cannabis si è fatta via via più intensiva e non in condizioni naturali. Ove nel passato cresceva naturalmente nel terreno con cicli stagionali ecc ecc… al tutt’oggi viene coltivata sotto lampade a emanazione di raggi UVA e calore che incrementano la produzione di resina (usata per preparare hashish) e di THC. Quindi secondo me è un fenomeno relativamente nuovo nonostante l’utilizzo millenario della pianta…

  3. Ho visitato alcuni giorni fa in PS un paziente di 24 aa, era al suo ottavo accesso sempre per la stessa sintomatologia : vomito ripetuto per 48 h e dolori addominali crampiformi.
    Gia eseguiti approfondimenti diagnostici strumentali e sierologici compresa EGDS e numerosissime visite gastrenterologiche . Mi ha confessato di fumare più’ o meno regolarmente e che prima gli episodi di vomito erano meno frequenti e che invece adesso si stavano intensificando con l’aumento del consumo.
    La cosa ancora più’ suggestiva e’ che lui ha iniziato fare uso di canabbinoidi 3 anni fa quando fa risalire il suo primo episodio di vomito ripetuto.

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