Da che mi ricordo ci sono sempre state discussioni tra medici di pronto soccorso e rianimatori riguardo all’utilizzo dei colloidi nel paziente critico.
Discussioni infinite; i primi, per lo più contro, i secondi a favore.
Ma come stanno veramente le cose ? Adesso possiamo dire conclusa la diatriba?
The NNT è un bellissimo sito edito da medici d’emergenza americani con la passione della Evidence-based Medicine e, come dice il titolo, per NNT (number-needed-to-treat)che, detto in soldoni, è il numero di pazienti che deve ricevere un determinato trattamento affinchè uno ne abbia beneficio.
Se consultate il sito, è pieno di revisioni interessanti, l’ ultima delle quali riguarda proprio il trattamento con colloidi nel paziente critico.
Cominciamo col dire da dove hanno preso i dati.
Colloids versus cristalloids for fluid resuscitation in critically ill pazients Cochrane Database Syst Rev 2011 Mar 16;(3):CD000567 le cui conclusioni erano che nei pazienti gravemente traumatizzati, con ustioni o nel postoperatorio, non vi è alcuna evidenza che i colloidi siano superiori ai cristalloidi nel ridurre la mortalità quando utilizzati nel trattamento di questi pazienti e , poiché molto più cari, il loro uso è duro da giustificare al di fuori di studi controllati.
Ad una conclusione simile era arrivato uno studio del NEJM del 2004 : A comparison of albumin and saline for fluid resuscitation in the intensive care unit mettendo però a confronto soluzione fisiologica ed albumina al 4% .Infine viene citato il lavoro di Delaney di cui aveva già parlato Rivers nella lezione sulla sepsi su EMcrit pubblicato su Critical Care il febbraio di quest’ anno : The role of albumin as a resuscitation fluid for patients with sepsis: a systematic review and meta-analysis in cui i pazienti che avevano ricevuto l’albumina avevano una prognosi migliore.
Quali sono le conclusioni di quelli del NNT?
Pur evidenziando qualche limitazione nella Cochrane ( il 60% dei dati derivava da trial singoli) ed il problema aperto dell’uso dell’ albumina nella sepsi, gli autori concludono che al momento non vi sono dati sufficienti per continuare ad utilizzare questi presidi terapeutici. Essi infatti, oltre ad esser più costosi dei cristalloidi, non si sono dimostrati utili nel ridurre la mortalità in questa classe dei pazienti.
Colloid Solutions for Resuscitation in Critically Ill Patients