PREMESSA
Perché un infermiere dovrebbe fare un’ecografia vescicale?
In questi ultimi decenni l’ecografia è divenuta un mezzo multidisciplinare di diagnosi e terapia. Oramai è impiegata non soltanto da radiologi, ma da operatori diversi, anche non medici, accomunati da esigenze di approccio rapido e non invasivo alla persona assistita. Non è quindi fuori luogo parlare di ecografia infermieristica, laddove l’infermiere si trova nella necessità di effettuare procedure utili per la sua professione, ed impiega l’ecografo non a scopo diagnostico, ma per diminuire le difficoltà e la morbilità di certe manovre.
Non si tratta di ecografia diagnostica, ma una forma particolare di ecografia operativa.
ECOGRAFIA INFERMIERISTICA
L’utilizzo dell’ecografia nell’assistenza infermieristica rappresenta una delle maggiori novità nel panorama formativo degli operatori sanitari; essa può costituire un valido supporto in alcune procedure invasive, quali l’accesso venoso periferico ed il posizionamento del catetere vescicale, la cui esecuzione risulta essere più semplice e sicura.
Le potenzialità operative dell’ecografia in settori infermieristici come l’acquisizione di vasi periferici sono già state trattate in un altro post che nel caso vi fosse sfuggito vi invito a leggere. (link accessi vascolari ecoguidati )
In questo articolo si vogliono evidenziare i vantaggi dell’ecografia nella visualizzazione della vescica e la stima del riempimento vescicale con il cateterismo eco-guidato.
CATETERISMO VESCICALE CIECO “BLIND”
Per noi infermieri è molto frequente dover inserire e valutare il corretto funzionamento dei cateteri vescicali. Normalmente le procedure di inserimento e il monitoraggio del corretto funziomento vengono effettuate senza un supporto strumentale di imaging; il cateterismo urinario per lo svuotamento vescicale è spesso deciso con valutazioni empiriche, come la palpazione della vescica urinaria. Alcune volte però il paziente si presenta con sintomatologia atipica come l’agitazione psicomotoria, in altri casi fa molta fatica a spiegare i disturbi cha avverte; la contrattura di difesa della parete addominale a causa del dolore e l’obesità rendono più difficile la palpazione e la percussione sovrapubica necessaria per la rilevazione del globo vescicale.
Il cateterismo vescicale “cieco” espone inoltre ai rischi di un’inopportuna caterizzazione, nei casi di vescica depleta, di una inefficace cauterizzazione (per cattiva scelta del catetere o per presenza di materiale non drenabile in vescica), e di una mancata visualizzazione del catetere nell’organo (malfunzionamento del catetere, mancato passaggio del catetere, creazione false vie).
ECOGRAFIA VESCICALE
L’ecografo è uno strumento che grazie agli ultrasuoni permette di produrre immagini derivanti dalla registrazione degli echi provenienti dalle interfacce acustiche tessutali. In ausilio al cateterismo vescicale consente:
- Il riconoscimento preventivo di un cateterismo vescicale difficile, attraverso la valutazione delle dimensioni e della salienza prostatica, facilitando l’inserzione ed evitando la creazione di false vie o traumatismi;
- la verifica del posizionamento e della pervietà del catetere vescicale inserito, in caso di sospette ostruzioni o dislocazioni;
- la valutazione della quantità del contenuto vescicale, attraverso scansioni trasversali e longitudinali mirate, con le quali si ottengono le misure centimetriche dei tre diametri. Moltiplicando il loro prodotto per 0,52 si ottiene un valore che permette di riconoscere la necessità di un cateterismo vescicale anche laddove il globo non sia palpabile (pazienti obesi) e nelle ritenzioni urinarie post-operatorie;
CONCLUSIONI
La figura dell’infermiere sta assumendo sempre più il ruolo di professionista di health care, e l’assunzione di tale responsabilità non può prescindere dall’utilizzo di nuove tecnologie. L’ecografia in ambito professionale infermieristico trova numerose applicazioni, dal nursing in area critica fino alle degenze ordinarie medico-chirurgiche.
L’ecografia pelvica per la valutazione del globo vescicale è un metodo sicuro, rapido, non invasivo che può adiuvare nella valutazione del paziente con ritenzione acuta di urina. L’esame obiettivo addominale, al contrario, espone ad una serie di errori di valutazione che possono comportare numerosi rischi clinici per il paziente e importanti conseguenze economiche per il Servizio Sanitario.
L’infermiere è il professionista che, alla luce delle sue competenze, riveste un ruolo centrale nell’opera di prevenzione delle infezioni delle vie urinarie correlate al posizionamento del catetere vescicale; acquisendo le competenze per la gestione di strumenti quali bladder scanner o ecografo, può essere ancora più incisivo nell’opera di prevenzione delle complicanze correlate al cateterismo urinario. Ne deriva anche una percentuale di soddisfazione del paziente del 93% e del 97% degli infermieri (Frederickson et al., 2000).
Usare l’ecografo dopo un breve periodo di training per gli infermieri è agevole, quindi è verosimile supporre che la diffusione dell’uso di questi strumenti potrebbe avvenire rapidamente, ed offrirebbe ricadute:
- nella pratica – riducendo i cateterismi, le infezioni ed i costi dovuti alle complicanze del cateterismo vescicale;
- nella ricerca – gli studi riguardanti l’uso di strumenti ad ultrasuoni, in particolare dell’ecografo, meritano approfondimenti per la valutazione della salienza prostatica e la verifica real time del posizionamento del catetere vescicale;
- nella professione – l’uso di questi strumenti offre la prospettiva di una evoluzione professionale commisurata all’acquisizione di competenze, non ancora patrimonio di ogni infermiere.
BIBLIOGRAFIA
– Romei, L., Sabatini, A., & Biagioni, C. (2007). Nursing ultrasound examination in catheterization. Emergency Care Journal, 3(6), 30-34.
-Romei, L., A. Sabatini, and C. Biagioni. “Ecografia Infermieristica.” CG Edizioni Medico Scientifiche, (2009).
– Suppa V. “La gestione delle urgenze urologiche in Pronto Soccorso: prevalenza, fattori di rischio e validità della valutazione ecografica vescicale” Tesi di Master in Metodiche ecoguidate per le professioni infermieristiche ed ostetriche. Scuola di Medicina Dipartimento di Neuroscienze. Università degli Studi di Torino. A.A. 2014-2015