Nella nostra vita professionale abbiamo sicuramente vissuto tutti situazioni inconsuete talora paradossali, a volte comiche più spesso tragiche. Aneddoti da raccontare, non tanto per il fatto in sè ma per il loro significato rispetto alla nostra attività di tutti i giorni. Quello di cui voglio parlarvi oggi mi è capitato ormai diversi anni fa.
E’ ora di cena, (chissà come mai le cose peggiori o più complicate succedono sempre all’ora dei pasti), di un pomeriggio sino ad allora piuttosto tranquillo e monotono.Barbara, la collega di turno in area rossa, ed io stiamo facendo un’ecografia ad uno dei degenti, quando improvvisamente viene introdotto un paziente in barella. Gli infermieri stanno praticando il massaggio cardiaco e uno di loro dice pleonasticamente:”E’ in arresto!”
Cerchiamo di raccapezzarci. Al monitor è presente un ritmo idioventricolare. Il paziente è in PEA.
Mentre prosegue la rianimazione e Barbara provvede a intubare il paziente chiediamo il motivo di accesso in DEA. E’ in PEA se non ne capiamo rapidamente la causa morirà. Arriva l’infermiera che aveva fatto il triage. ” .. ma è il paziente delle emorroidi. mi ha detto che da qualche giorno aveva un intenso dolore anale a causa di emorroidi molto infiammate. Mi è sembrato sofferente quindi l’ho messo in barella proprio qui davanti. Non si lamentava nè di dispnea nè di altri sintomi…”
Pensiamo un po’ tutti ad alta voce ma quale legame può esserci tra emorroidi e un’attività elettrica senza polso.
L’esame esterno del paziente non evidenzia lesioni . Viene eseguita un esplorazione rettale: feci normocromiche.
Lo guardiamo con l’eco. Niente pnx, versamento pericardico o endoperitoneale. Le cavità destre non sono dilatate , la cava non riusciamo a vederla bene. E’ presente un’idronefrosi bilaterale.
Intanto il ritmo cambia, è comparsa una TV a complessi molto larghi , viene defibrillato e per un breve periodo rigudagna il polso. Facciamo un’emogasanalisi. Il paziente va di nuovo in TV e noi proseguimo a la rianimazione. Arriva l’esito dell’EGA: il potassio è superiore a 9 mEq/l!
Ecco svelata la causa della PEA. Calcio cloruro, Bicarbonato, glucosio e insulina ci consentono di recupere il paziente.
Idronefrosi e iperpotassiemia spegano sicuramente il quadro clinico ma l’emorroidi che c’entrano?
Da un colloquio più accurato con la moglie scopriamo che il paziente da alcuni giorni oltre al dolore emorroidario urinava con una certa difficoltà e frequentemente.L’emorroidi potevano essere state aggravate dalla compressione della vescica sul retto. Ipotesi.
Questo caso mi è tornato alla mente dopo aver visto il videocast di Amal Mattu sulla tachicardia a complessi larghi. EKG videos è un videocast settimanale di elettrocardiografia.Una risorsa veramente utile per chi lavora in emergenza o è comunque interessato all’elettrocardiocardiografia.
Il messaggio di Mattu è semplice: quando ti trovi di fronte a un paziente con una tachicardia ventricolare a complessi molto larghi non pensare di somministrare amiodarone o lidocaina ma calcio e bicarbonato, perche le cause più probabili sono le iperpotassiemia, l’acidosi o un’intossicazione. Niente di più vero. Un prezioso consiglio di cui fare tesoro.
E il nostro paziente?
Circa 1 anno fa l’ho rivisto,accompagnava la moglie in pronto soccorso per una colica addominale. Era in ottima salute. L’insufficienza renale ostruttiva che l’aveva quasi ammazzato si era risolta già durente il ricovero. Ora con l’uso degli alfa litici non aveva più problemi minzionali
Questa volta tutti noi eravamo stati fortunati, ma cosa sarebbe successo se non fossimo riusciti a salvarlo.
Immagino già i titoli dei giornali:in pronto soccorso gli diagnosticano le emorroidi e muore per un arresto cardiaco…
Così è.
Nota
Come risulta ben visibile, il tracciato elettrocardiografico della TV è preso dal video di Mattu
Molto belli questi articoli. A settembre chiederò la tesi in medicina di urgenza… speriamo bene!!! 🙂
Simone
Grazie Simone,
ti auguro che le cose vadano secondo i tuoi desideri.
Caro Carlo, bel caso. Condotto con sapienza e successo. La conclusione, però. non mi torva d’accordo. Nella mia realtà, per anni (e non è finito), ci battiamo con i rianimatori circa le vere indicazioni all’utilizzo del bicarbonato. Non vorrei che il messaggio (a me ben chiaro) venisse deformato per cui: PEA quindi bicarbonato a fiumi. Io spingerei sempre sulla ricerca delle 4H e delle 4T come del resto avete fatto sapientemente voi. Una cosa è certa, se il paziente non avesse avuto il ROSC, avreste trovato il giornalista imbecille che avrebbe partorito il titolo: muore per le emorroidi!
Mario, grazie del tuo commento. Hai fatto bene a sottolineare il concetto che arresto cardiaco e uso di bicarbonato non debbano andare di pari passo. Nel post ho semplicemente citato le osservazioni fatte in un video da Amal Mattu, ma non era mia intenzione far passare il messaggio diamo bicarbonato ad ogni paziente in arresto cardiaco. l tema è già stato peraltro oggetto di un altro post: http://empills.com/2013/03/bicarbonato-e-arresto-cardiaco/, ma repetita juvant. Un saluto.
caso eccellente e ben condotto ! Complimenti
un saluto