Torniamo ad affrontare l’importanza del fattore umano nelle dinamiche di pronto soccorso, parlando del ruolo del team leader.
Nel primo “capitolo” abbiamo presentato il pronto soccorso come il “laboratorio dell’errore“, ovvero un ambiente dove anche l’equipe più preparata ed attenta è sempre ad altissimo rischio di fallimento, per molteplici ragioni.
Nella gestione della situazioni di emergenza è fondamentale il ruolo del team leader. Quest’ultimo non è necessariamente il più preparato o il più anziano, ma un professionista che deve apprendere e coltivare le cosiddette capacità non tecniche:
Avere la visione d’insieme

Il team leader deve mantenere sempre la cognizione di ciò che sta accadendo, rinunciando a focalizzarsi su compiti specifici.
Sostanzialmente il team leader deve usare gli occhi, il cervello e la bocca, restando immobile.
Evitando quindi, nei limiti del possibile, di svolgere azioni manuali.
Perché cercare un accesso venoso, massaggiare o usare l’ecografo limita l’attenzione su un compito specifico, rischiando di perdere la visione d’insieme e la percezione del tempo.
Saper comunicare

Parleremo più approfonditamente della comunicazione in un post successivo.
Ad ogni modo i principi cardine della comunicazone efficacie in pronto soccorso sono:
- messaggi chiari e mirati, chiamando per nome l’operatore a cui si sta assegnando un compito (“Alessandro, somministra 1 mg di adrenalina”, e mai messaggi all’aria come “somministrate 1 mg di adrenalina”)
- “Chiudere il cerchio”: i membri della squadra devono fornire una risposta (“ho somministrato 1 mg di adrenalina”)
- Tono di voce: voce alta e decisa senza però strillare, cercando di evitare di parlare troppo velocemente.
Attribuire i ruoli

Il team leader deve attribuire dei ruoli chiari ai diversi operatori della scena, evitando sovrapposizioni e la relativa confusione. La scelta presuppone la conoscenza delle dei vari membri del team, controllando allo stesso tempo le risorse disponibili (materiali, personale e tempo).
Requisito minimo è la conoscenza dei nomi, mentre molto importante per la buona riuscita è l’affiatamento e l’abitudine a lavorare insieme.
I membi del team ovviamente non sono dei semplici esecutori, e il loro contributo è fondamentale per la corretta gestione della scena.
Qualsiasi perplessità, dubbio o strategia alternativa va però espressa apertamente ad alta voce, rivolgendosi al team leader. Evitando sempre di intraprendere azioni in solitaria.
Saper rallentare

Soprattutto quando le cose non vanno come desiderato, il team leader deve saper rallentare, concedendo una sorta di “pausa di riflessione“. Nelle emergenze la frenesia non aiuta, soprattutto se ci sta sfuggendo qualcosa.
Cosa abbiamo fatto fino ad ora?
Quali dati abbiamo in mano?
Ci siamo focalizzati su una possibile diagnosi, trascurando dei dati evidenti?
Qualcuno del gruppo vuole esprimere dubbi, perplessità o strategie diverse?
Pianificare il fallimento

Il team leader pianifica, coordina e stabilisce le priorità.
Ma nel frattempo deve prevedere strategie alternative per gestire possibili imprevisti/fallimenti, evitando che il gruppo si accanisca su strategie controproducenti o si demoralizzi.
Cosa fare se non si riesce a posizionare un accesso venoso periferico? Di certo non continuare ad oltranza a provarci.
O se il paziente non è ventilabile né intubabile?
Inoltre in pronto soccorso la pianificazione del fallimento non riguarda solo la gestione del singolo paziente, ma di tutto l’ambiente.
Come gestire una situazione di sovraffollamento? Come trattare al meglio tanti pazienti con insufficienza respiratoria (di questi tempi lo sappiamo bene..) con un numero di ventilatori insufficiente? Il prossimo paziente che arriverà dove lo mettiamo? Come dobbiamo ridistribuire le risorse?
Fare il meglio possibile con risorse insufficienti fa parte del nostro lavoro.
Debriefing

Il debriefing è una riflessione di gruppo su ciò che è appena accaduto, e rappresenta uno strumento particolarmente importante per la crescita del gruppo e dei singoli.
il debriefing è “una riflessione attenta, impegnata e mirata che stimola l’autoanalisi dei partecipanti mediante facilitazione, permette di concettualizzare l’esperienza riconoscendo gli eventi accaduti, interpretandone il significato e migliorandone i risultati.“
Viene condotto da un membro del team in grado di fare un’analisi utilizzando un approccio strutturato, mentre tutti i membri del team devono avere l’opportunità di contribuire allo stesso livello: questo aiuta a comprendere gli errori, gestire i conflitti irrisolti e apprendere lezioni utili per le occasioni future.
E’ importante svolgerlo in un ambiente tranquillo e comodo, superando la concitazione scaturita dall’emergenza appena vissuta.
Schermaticamente sono distinguibili tre fasi:
1- la fase delle reazioni:
Molto importante per poter svolgere correttamente le fasi successive. In questa fase bisogna lasciare libero sfogo alle sensazioni e alle emozioni, iniziando ad analizzare al contempo i fatti, creando il presupposto per le prime riflessioni su quanto vissuto durante lo scenario.
Il team leader deve intervenire poco in questa fase, limitandosi a prevenire il nascere di conflitti tra i membri. Non deve giudicare né bene né male, mantenendo la neutralità. Si può certamente aiutare il fluire delle emozioni chiedendo: come vi sentite? Quali sono le vostre emozioni? Cosa provate?
2- la fase della comprensione
Rappresenta la fase cruciale, dove il gruppo deve analizzare il caso e condividere l’accaduto. Questo processo da la possibilità di cambiare i comportamenti futuri e e aumentare il grado di consapevolezza degli operatori nel corso di un’emergenza.
Il facilitatore deve permettere un’approfondita riflessone sui punti cruciali, assicurandosi che vi sia una reale condivisione dei fatti oggettivi tra i diversi membri del gruppo.
Preso atto delle criticità, il gruppo deve proporre delle soluzioni future, sempre velatamente guidato dal facilitatore.
3- la fase della sintesi
I membri concordano sulle imperfezioni manifestate, dandosi degli obiettivi di apprendimento.
Bibliografia
Team leader e team member, come lavorare in squadra. Nurse24.it
EmPills – Fattore Umano – Il Pronto Soccorso come laboratorio dell’errore