“Migliaia di minuscole creature, alcune erano a cavallo agitando le braccia, altre indossavano armi come in una grande battaglia rinascimentale, stavano cercando di trasformare le persone in zombi. Il loro capo era una donna senza bocca ma un con un buco disegnato in gola”.
Così il vincitore del premio Pulitzer Justin Kaplan descriveva in una intervista al New York Times la sua terrificante esperienza di un episodio di delirium intercorso durante un ricovero per una polmonite alla età di 84 anni. (Hallucinations in Hospital Pose Risk to Elderly)

Di cosa stiamo parlando
Il delirium è un problema serio e molto frequente, colpisce più della metà degli anziani ricoverati in ospedale e più dell’80% di quelli ricoverati in terapia intensiva.
La stessa alta prevalenza è comune sia tra i ricoverati nelle case di riposo che presso le strutture per lungodegenti.
Il Delirium è noto da sempre, Ippocrate lo aveva descritto per bene: stato confusionale, agitazione, episodi fluttuanti scatenati da alterazioni organiche.
Da allora la definizione del Delirium non è cambiata affatto:”disturbance in attention and cognition that tends to fluctuate in severity during the day and occurs in the setting of a medical condition” così lo definisce il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders giunto alla quinta edizione (DSM V).
In pratica il Delirium rappresenta uno scompenso delle funzioni cerebrali in risposta a uno o più stimoli stressanti.
Da un lato i fattori suscettibili: in primis l’età avanzata, poi la fragilità, il deterioramento cognitivo, i farmaci, i disturbi del sensorio (la riduzione del visus e dell’udito, per esempio).
D’altro lato i fattori precipitanti: le malattie (l’infezione, l’anossia, i disturbi metabolici, lo stroke), il ricovero in ospedale (l’anestesia, l’intervento chirurgico, l’immobilizzazione, il catetere vescicale, l’allontanamento dall’ambiente familiare).
Un problema spesso misconosciuto
Nonostante la sua lunga storia e nonostante la sua alta incidenza il Delirium rimane a tutt’oggi gravemente sottostimato.
I numeri sono pesanti: il Delirium viene riconosciuto e segnalato solo nello 0,2% dei casi.
Il più delle volte viene descritto, in modo inappropriato, come agitazione psicomotoria o come stato confusionale o come disturbi del comportamento.
Pesanti conseguenze
Purtroppo il riconoscimento del Delirium non fa parte degli skills generalmente offerti nel pacchetto formativo sia della Medicina interna che della Medicina d’urgenza.
Questo costituisce un problema, non riconoscere un Delirium porta a numerose conseguenze negative: aumento della mortalità, prolungamento dei tempi del ricovero, aumento del rischio di cadute, peggioramento dello stato cognitivo.
Una consensus per un corretto approccio
Nel 2016 un network di Società Scientifiche Italiane rappresentative della stragrande maggioranza degli specialisti che lavorano in Ospedale (internisti, geriatri, medici d’urgenza, anestesisti, chirurghi, rianimatori, psichiatri e tossicologi) ha ritenuto opportuno stilare una consensus che focalizzasse un corretto approccio ai pazienti anziani affetti da Delirium in Ospedale.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28741278
Questi i punti essenziali della consensus:
1. In primis viene vivamente consigliato l’uso del termine Delirium sia nei documenti clinici che alla dimissione.
Questo per favorire una migliore conoscenza del fenomeno ma anche per stimolare lo sviluppo di strategie per la prevenzione.
2. La prevenzione del Delirium rappresenta probabilmente lo step più importante.
Riconoscere all’arrivo in ospedale l’anziano a rischio di Delirium favorisce la messa in opera di una serie di strategie (l’attento trattamento del dolore, una buona idratazione, una precoce mobilizzazione, la regolazione delle funzioni dell’intestino e della vescica) che ha lo scopo di ridurne l’incidenza.
Tra i vari test per evidenziare un anziano a rischio di Delirium viene consigliato il 4AT, per la sua facilità di apprendimento e di somministrazione.
Questo test andrebbe inserito nella valutazione infermieristica routinaria. https://www.the4at.com
3. “Pensa al Delirium” è il mantra che viene suggerito durante la valutazione di un anziano confuso, agitato in ospedale.
E’ importante ricordare che il fenotipo ipoattivo e quello misto sono le forme di Delirium più rappresentate.
4. La novità rivoluzionaria del documento consiste nel trattamento del Delirium: un approccio sistematico testa-piedi alla ricerca della causa scatenante.
La consensus ha relegato la somministrazione di farmaci a quei rari casi in cui la sintomatologia mette in grave pericolo il paziente o interferisce con la assunzione di terapie essenziali.
Gli errori da non fare
In questo Video vengono messi in evidenza i 10 errori più frequenti nella cura dell’anziano in ospedale colpito da Delirium.
La battaglia è ancora lunga, certamente la Federazione di più Società faciliterà un miglioramento della prevenzione, della diagnosi e del trattamento del Delirium.