James è uno uomo di poco più di 40 anni della Somalia che risiede da diversi anni in Italia. Da un paio di settimane è ritornato dal suo paese di origine e da circa 5-6 giorni ha cominciato a sviluppare una sintomatologia caratterizzata da febbre e dolori muscolari diffusi, cefalea e una profonda stanchezza Non sono presenti altri sintomi di rilievo
L’esame fisico ci dice poco in particolare non sono presenti linfoadenomegalie superfciali, l’esame cardiaco e polmonare sono indifferenti e il faringe lievemente arrossato.
Potrebbe avere la malaria dico, pensando ad alta voce, non credo risponde placidamente il paziente ho fatto la profilassi e sto ancora prendendo le pastiglie.
James non è la persona che frequenta abitualmente gli ospedali, se è venuto in pronto soccorso non penso che sia per una banale influenza. Non c’è niente di scientifico in questo approccio,, ma indubbiamente rientra in una “accurata valutazione iniziale”
Credo sia meglio approfondire. Cosi prescrivo esami di laboratorio compreso un test rapido per la malaria. e una radiografia del torace Uno degli studenti di medicina presente alla visita commenta” non potrebbero essere sintomi di un’infezione da HIV?”
La domanda è certamente legittima e cade, come si dice, a fagiolo in quanto è stato recentemente pubblicato su JAMA nella serie The rational Clinical Examination un articolo proprio su questo tema. L’esame clinico ci aiuta nella diagnosi di un’infezione precoce da HIV? Does this adult patient have early HIV infection?: The Rational Clinical Examination systematic review. Vediamo insieme cosa dice.
E’ noto che la forma precoce dell’infezione da HIV può presentare nei primi sei mesi di infezione una serie di segni e sintomi e che un’individuazione precoce della malattia può influire positivamente sulla prognosi e ridurre la diffusione della malattia. Quanto questa costellazione di segni e sintomi sia affidabile non è noto.
Obiettivo
Obiettivo della revisione sistematico è stato analizzare la letteratura al fine di valutare l’accuratezza di segni e sintomi nell’identificare pazienti adulti con infezione precoce da HIV
La revisione sistematica
Sono stati ricercati articoli su segni e sintomi di infezione precoce da HIV su MEDLINE ed EMBASE nel periodo compreso tra il 1980 e il 26 gennaio 2014 mettendo a confronto pazienti con infezione precoce da HIV con soggetti HIV sieronegativi.
Sono stati così calcolati per ogni segno o sintomo la sensibilità, la specificità il likelihood ratio (LR) e una metanalisi di questi ultimi
Risultati
Su 1356 studi esaminati, 16 sono stati considerati eligibili per la metanalisi per complessivi 24.745 pazienti di cui 1253 con un’infezione HIV precoce
Sintomi
Di 17 sintomi considerati (ulcere genitali, perdita di peso, vomito, linfoadenomegalia, diarrea, artralgie, febbre, ulcere orali, mughetto,nausea, faringite, mialgie/artralgie,sudorazione notturna, astenia, cefalea, condilomi e rash cutaneo) si sono dimostrati in qualche modo associati alla infezione HIV precoce:
- le ulcere genitali (sensibilità 0.08; specificià, 0.99; LR, 5.4; 95% CI, 2.5-12; I 2 = 83%)
- perdità di peso (sensibilità, 0.21; specificità, 0.96; LR, 4.7; 95% CI, 2.1-7.2; I 2 = 77%)
- vomito (sensibilità, 0.13; specificità 0.97, LR, 4.6; 95%CI, 2.5-8.0; I 2 = 0%)
- linfoadenomegalia (sensibilità, 0.11; specificità, 0.98; LR, 4.6; 95% CI, 1.3-8.0; I 2 = 52%)
Studi che hanno valutato pazienti con un alta prevalenza di infezione da HIV riscontrarono che la presenza di ulcere orali fosse meno utile ai fini diagnostici che in quelli dove la prevalenza di infezione da HIV era più bassa
Nessun sintomo ebbe un LR- inferiore a 0.5 ma:
- l’assenza di un recente episodio febbrile lievemente riduceva la probabilità di un’infezione HIV precoce (sensibilità, 0.33; specificità, 0.90; LR, 0.74; 95% CI, 0.64-0.84; I 2 = 78%)
Segni
Tra i sette segni presi in esame (qualsiasi linfoadenopatia, linfoadenopatia inguinale,linfoadenopatia cervicale, linfoadenopatia ascellare, condilomi genitali) la presenza di qualsiasi adenopatia è quello con il LR+ maggiore (sensibilità, 0.39; specificità, 0.88; LR, 3.1; 95% CI, 1.0-5.2; I 2 = 91%)
Le sedi specifiche di ingrandimento linfonodale non aggiungono molto in termini di Likelihood Ratio alla presenza di adenopatia tout court come evidenziato dagli intervalli di confidenza:
– inguinale (95% CI, 1.5-6.4)
– collo (95% CI, 1.1-4.3)
– ascella (95% CI, 0.70-3.3)
Come per i sintomi nessun segno dimostro un LR- inferiore a 0.5.
Studi in pazienti con alta prevalenza di infezione da HIV mostrarono che l’assenza di linfoadenopatia aveva un LR- minore rispetto a quelli in cui la prevalenza dell’infezione risultava minore, non raggiungendo però la significatività quando valutati nel loro complesso
Combinazione di segni e sintomi
Tre studi hanno valutato la combinazione di segni e sintomi come ausilio nella diagnosi di infezione HIV precoce.
Nello studio di Lavreys et al pubblicato nel 2000 su Clinical Infectious Diseases Primary human immunodeficiency virus type 1 infection: clinical manifestations among women in Mombasa, Kenya. condotto su 823 prostitute fu notata la sieroconversione in 103. La combinazione di segni e sintomi più frequentemente collegati all’infezione HIV precoce sono stati:
– recente episodio febbrile
– vomito
– diarrea
– essere troppo malati per lavorare
– linfoadenopatia inguinale
– candidosi vaginale
In questo studio avere 4 o più di questi sintomi rendeva l’infezione più probabile (sensibilità, 0.17; specificià, 0.99; LR, 12; 95% CI, 7.7-20), mentre non averne nessuno (sensibilità, 0.79;
specificità, 0.55) era associato a un LR di 0.39 (95% CI, 0.27-0.57)
Gli altri studi che hanno valutato la combinazione di segni e sintomi inclusi in questa metanalisi sono stati:
- Challenges of Diagnosing Acute HIV-1 Subtype C Infection in African Women: Performance of a Clinical Algorithm and the Need for Point-of-Care Nucleic-Acid Based Testing
- The development and utility of a clinical algorithm to predict early HIV-1 infection
Limitazioni
Esistono delle limitazione all’analisi prospettata da questa revisione sistematica come sottolineato dagli stessi autori.
La prevalenza dell’infezione HIV varia in base all’area geografica e ha effetto sulla probabilità pre test della malattia e il medico pratico che cura questi pazienti deve esserne a conoscenza. Premesso ciò gli autori sostengono che questa limitazione non ha avuto effetto nella valutazione dell’importanza dei vari segni e sintomi nell’infezione HIV precoce.
Segni e sintomi dell’infezione HIV precoce possono avere la stessa prevalenza indipendentemente dal modo in cui l’infezione è stata acquisita, anche se i tossicodipendenti possono riferire i sintomi meno frequentemente.
Un’altra limitazione può essere la diversa sensibilità dei test diagnostici nel tempo, una minore sensibilità di questi test potrebbe avere avuto un effetto confondente sugli studi meno recenti
Molti studi sono stati condotti in alcune regioni geografiche come l’Africa sub-sahariana dove la prevalenza di alcuni segni come ad esempio le ulcere genitali è maggiore
Conclusioni
Gli autori della revisione concludono che in base ai valori di LR riscontrati l’esame clinico è di poca utilità per la diagnosi di infezione HIV precoce. I medici quindi nel caso sospettino questa patologia debbono approfondire l’anamnesi per quanto riguarda i fattori di rischio.
Un uso estensivo del test per l’HIV è certo più utile che una sua selezione in base ai segni e i sintomi manifestati dal paziente e questa strategia è certamente da preferire.
Considerazioni finali
Il test rapido per la malaria di James è risultato negativo e la radiografia del torace non ha rivelato nulla di patologico. Gli ematochimici hanno evidenziato solo un lieve incremento della PCR. Il paziente interrogato non è risultato avere comportamenti a rischio per quanto riguarda l’eventuale esposizione HIV, così abbiamo deciso di dimetterlo con una terapia sintomatica a base di paracetamolo e con l’indicazione a recarsi per un controllo clinico presso il medico curante nei giorni successivi e a ripresentarsi in pronto soccorso nel caso la sintomatologia fosse peggiorata. Siete d’accordo con questa strategia o avremmo dovuto essere più estensivi e ricercare una diagnosi ad ogni costo? Io credo di no.
Penso che la maggior parte di noi, pur ricercando quegli stessi segni e sintomi di infezione HIV precoce, conoscesse in cuor suo il risultato di questa metanalisi: l’esame clinico non aiuta ed è più importante non lesinare nella richiesta del test HIV; sempre cercando di usare il buon senso.
…uno stupido ebstein barr? (complimenti per il post)
Grazie Arianna.
Ciao Carlo, a proposito di questo caso,volevo citare un episodio cui ho assistito indirettamente: un ragazzo di 25 anni,indiano,con due precedenti accessi in PS qualche mese prim per sindrome similinfluenzale,sospetto hepstein barr,che viene condotto in PS in stato di male a cui vengono scoperte lesioni cerebrali multiple,compatibili con toxoplasmosi cerebrale ed era HIV positivo,ormai in stadio di malattia avanzato,aveva infatti anche leucopenia all’emocromo praticato nell’ultimo accesso…quindi,si,non accanirsi a cercare per forza la diagnosi,ma credo non sia poi cosi’sbagliato indagare in pz di alcune etnie in cui l’assenza
Di comportamenti a rischio puo’non essere una garanzia…
Imma, grazie del tuo commento e di avere condiviso la tua esperienza. Sono d’accordo con te: è importante non lesinare con la ricerca dellla diagnosi di HIV, sempre usando il buon senso.
Credo anch’io che seppure il paziente nega comportamenti a rischio il test HIV sia da eseguire… i troppi ppresentepazientipresente late presenter che si trovano dimostrano che l’anamnesi non è affidabile vuoi per reticenza, paura o scarsa percezione del problema… sempre grazie per gli ottimi post!
Marco, grazie del tuo commento e dei complimenti che fatti da un esperto del campo, quale tu sei, risultano ancora più graditi.