giovedì 21 Settembre 2023

L’animo dell’emergentista

Alzheimer

 

Il post di oggi sarà un post diverso dal solito; non sarà una ” pill ” clinica come quelle che di solito scrivo ma un post di riflessione.

Sono un infermiere di emergenza urgenza, sono addestrato e studio quotidianamente con passione tutto ciò che riguarda l’urgenza e l’emergenza. Il riconoscimento e trattamento di sindromi svariate, aritmie intricate, quadri morbosi misteriosi sono il mio pane quotidiano … eppure è arrivato il momento di combattere un ” nemico ” contro il quale mi sento impotente … l’alzheimer di mio padre.

All’inizio ho affrontato la cosa, come sempre faccio, a petto in fuori ed a testa bassa, sicuro di poter cambiare le cose come farei con una torsione di punta e di poter ristabilire ” l’omeostasi ” … ma ahimè così non è !! L’alzheimer è un male subdolo, ti consuma dall’interno come farebbe la più spietato della fasciti necrotizzanti lasciando all’esterno una apparente tranquillità fuorviante ed allo stesso tempo terrorizzante. Mio padre esternamente sembra star bene, certo ha i suoi acciacchi, ma nulla di ciò che sono abituato a vedere ogni giorno durante un mio turno in pronto soccorso. La sensazione di impotenza che mi pervade quando ci penso è infinita … se solo avesse qualcosa che studiando giorno e notte potessi cambiare … qualcosa per cui sono addestrato e pronto ad intervenire … , invece non posso farci nulla !! Alle volte sono talmente preso dal mio lavoro da non accorgermi di quanti pazienti come il mio papa’ sfilino sulle barelle del pronto soccorso .. persone che spesso non sanno dove si trovano e chi sono quegli ” strani esseri con quell’affare al collo ” che gli girano vorticosamente in torno bucherellandoli, attaccandogli flebo , facendogli fare esami di radiologia e quant’altro . Con i nostri studi siamo riusciti ad avere delle terapie intensive capaci di vicariare quasi completamente le complesse funzioni fisiologiche del nostro organismo … ma l’animo e la mente non sono vicariabili .. sono lampi di luce irripetibili ed irreparabili quando si spengono.

Non è mia abitudine scostarmi dalla clinica e ho fatto non poca fatica ad esternare questi miei sentimenti .. ma sentivo di doverlo fare . Doverlo fare innanzitutto come omaggio al mio papa’ che devo ringraziare per essere cio’ che sono , e per tutti coloro che come me lavorano in emergenza urgenza e che si trovino ad affrontare il ” nemico inaffrontabile ” .. cio’ che mette a dura prova l’animo dell’emergentista piu’ di qualsiasi altra emergenza.

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Lavorare in un pronto soccorso spesso può voler dire dare la priorità all’atto tecnico clinico piuttosto che al sentimento … ma dopo ? quando le luci della scialitica si spengono , i monitor tacciono e i defibrillatori tornano a caricarsi sul carrello delle urgenze, anche noi emergentisti abbiamo bisogno di fermarci e riflettere … ed alle volte di piangere … perchè siamo esseri umani anche noi .

Una cosa pero’ è importante … anche quando malauguratamente dovesse arrivare il giorno in cui non saprai più chi sono … sappi che io so bene tu chi sei e quanta importanza hai per me … e quindi non ci sara’ neppure un istante in cui non saro’ a combattere al tuo fianco . Ti voglio bene papa’ .

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Felice Arcamone
Felice Arcamone
Emergency Triage Nurse U.O. Pronto Soccorso A.O.R. S. Carlo – Potenza – Appassionato di semeiotica e di cardio aritmologia, @felixarcamone

3 Commenti

  1. Il dolore di chi si ama ci insegna ad essere migliori nel nostro lavoro. Ci rende meno tecnici ma più empatici, da quando mio padre, recentemente è mancato a volte mi commuovo di fronte alle sofferenze di parenti e pazienti e non me ne vergogno

  2. Io questa sensazione la provo con mia figlia: ha 4 anni. Autistica non verbale. Ho pensato anche di mollare il mio lavoro di medico per starle vicino, capirla, dedicare i miei studi all’autismo e trovare una soluzione per modificare le cose… alla fine è solo immensa presunzione ed incapacità ad accettare che le cose ogni tanto vanno male e basta! La cosa migliore che possiamo fare è rimanere attaccati alla vita e rimanere il più possibile sereni e fatalisti. …qui non basta una scarica a 200 joule! !!?

  3. siamo portatori sani di dolore…ma come ha scritto qualcuno….quando curi una malattia puoi vincere o perdere…quando ti prendi cura di una persona…VINCI SEMPRE

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