Tra gli aggiornamenti periodici che ricevo, uno mi ha colpito particolarmente. Veniva da Dynamed Plus e recitava: Masking our Confirmation Bias About Preventing COVID.
L’editorialista commentava una recente revisione Cochrane dal titolo: Physical interventions to interrupt or reduce the spread of respiratory viruses ponendo l’accento sulla reale efficacia dell’uso delle mascherine nel prevenire la diffusione di virus respiratori.
Queste, in estrema sintesi, le sue conclusioni:
- L’uso delle mascherine in ambito comunitario non previene il COVID-19 e le sindromi simil-influenzali
- Nel setting sanitario le mascherine N-95 non sembrano essere superiori a quelle chirurgiche.
- E’ umano cercare evidenze che confermino un nostro punto di vista, ma questo non significa che questo sia vero.
Practice point
“According to the newest and best available
evidence to date,
wearing surgical masks in the community
doesn’t prevent COVID or flu-like illnesses.
And N-95s don’t seem better than surgical masks in healthcare settings.”
EBM pearl
“It’s human nature to seek out evidence that confirms our point of view,
but that doesn’t make it true.
It’s not surprising that a benefit seen in case reports or cohort studies diminishes or disappears in randomized trials.
As we remove systematic error and better approximate the truth, the magnitude of effect almost always decreases.”
Leggendo la revisione Cochrane proviamo ad approfondire
Questa revisione rappresenta un aggiornamento di una precedente del 2020 includendo studi relativi alla pandemia COVID-19.
Obiettivo della revisione
Valutare l’efficacia degli interventi fisici per interrompere o ridurre la diffusione delle infezioni acute da virus respiratori.
Metodi di ricerca e criteri di selezione
Gli autori hanno cercato studi nelle banche dati biomediche CENTRAL, PubMed, Embase, CINAHL, due registri di studi nell’ottobre 2022, con analisi delle citazioni dei nuovi studi.
Essi hanno incluso studi randomizzati controllati (RCT) e cluster-RCT che indagano sugli interventi fisici per prevenire la trasmissione del virus respiratorio (screening alle porte di ingresso, isolamento, quarantena, distanza fisica, protezione personale, igiene delle mani, mascherine, occhiali e gargarismi)
Per la raccolta dati e l’analisi sono state utilizzate le procedure metodologiche standard Cochrane.

Risultati principali
in questo aggiornamento sono stati inclusi 11 nuovi RCT e cluster-RCT (610.872 partecipanti) , portando il numero totale di RCT a 78.
Sei dei nuovi studi sono stati condotti durante la pandemia di COVID-19.
Gli autori hanno identificato quattro studi in corso, di cui uno completato, ma non riportato, che valutano le maschere in concomitanza con la pandemia di COVID-19.
Molti studi sono stati condotti durante periodi influenzali non epidemici. Diversi sono stati eseguiti durante la pandemia di influenza H1N1 del 2009 e altri nelle stagioni influenzali epidemiche fino al 2016.
Pertanto, molti studi sono stati portati a termine nel contesto della circolazione e della trasmissione virale respiratoria piuttosto che con il COVID-19.
Gli studi inclusi sono stati condotti in contesti eterogenei, andando dalle scuole suburbane ai reparti ospedalieri nei paesi ad alto reddito; ai centri urbani affollati in paesi a basso reddito; e un quartiere di immigrati in un paese ad alto reddito.
Aderenza e rischio di bias
L’aderenza agli interventi è stata bassa in molti studi. Il rischio di bias per RCT e cluster-RCT era per lo più alto o poco chiaro.
Mascherine medico-chirurgiche versus nessuna mascherina
Sono stati inclusi 12 studi (10 cluster-RCT) che confrontavano maschere medico/chirurgiche rispetto a nessuna maschera per prevenire la diffusione di malattie respiratorie virali (due studi con operatori sanitari e 10 nella comunità).
Indossare maschere nella comunità probabilmente fa poca o nessuna differenza per l’esito della malattia simil-influenzale (ILI)/COVID-19
Gli eventi negativi (harms) sono stati raramente misurati e scarsamente riportati (evidenza di certezza molto bassa)
Mascherine N95/P2 versus mascherine chirurgiche

Sono stati messi in comune dati di trial che hanno paragonato questi dispositivi (4 da studi in ambiente sanitario e 1 in ambiente domestico)
Gli autori sono stati molto incerti sugli effetti dellle maschere N95/P2 rispetto a quelle medico/chirurgiche sull’esito della malattia respiratoria (evidenza di certezza molto bassa).
Le prove sono limitate dall’imprecisione e dall’eterogeneità di questi risultati
L’uso di dellle maschere N95/P2 rispetto a quele medico/chirurgiche fa probabilmente poca o nessuna differenza per l’esito oggettivo e più preciso dell’infezione influenzale confermata in laboratorio (evidenza di moderata certezza).
Anche in questo caso eventuali eventi negativi sono stati scarsamente misurati, ma un certo discomfort nell’indossare entrambi i dispositivi è stato segnalato in diversi studi (evidenza di certezza molto bassa).
Igiene delle mani
Diciannove studi, condotti in scuole, asili nido e case, hanno confrontato gli interventi di igiene delle mani con dati sufficienti da includere nelle meta-analisi.
Confrontando gli interventi di igiene delle mani con i controlli (cioè nessun intervento), c’è stata una riduzione relativa del 14% nel numero di persone con infezione respiratoria acuta nel gruppo di igiene delle mani (evidenza di certezza moderata)
Igiene delle mani rispetto fornirebbe quindi un probabile beneficio, ma quando riferito a infezioni influenzali confermate in laboratorio questo beneficio diventa minimo o nullo.
Camici e guanti
Non sono stati trovati studi controllati randomizzati
Conclusioni degli autori
E’ difficile trarre conclusioni definitive a causa dell’elevato rischio di bias negli studi, la variabilità nella misurazione dei risultati e l’aderenza relativamente bassa agli interventi
C’è incertezza sugli effetti delle mascherine.
La “certezza dell’evidenza” da bassa a moderata significa che la nostra fiducia nella stima dell’effetto è limitata e che l’effetto reale potrebbe essere diverso dalla stima osservata dell’effetto.
I risultati aggregati degli RCT non hanno mostrato una chiara riduzione dell’infezione virale respiratoria con l’uso di mascherine medico/chirurgiche.
Non ci sono state chiare differenze tra l’uso di maschere medico/chirurgiche rispetto alle N95/P2 negli operatori sanitari quando utilizzati nelle cure di routine per ridurre l’infezioni virali respiratorie.
È probabile che l’igiene delle mani riduca modestamente il carico di malattie respiratorie
In generale gli autori degli studi hanno approfindito poco la presenza di eventi negativi associati agli interventi fisici
Sono necessari studi ulteriori RCT ampi e ben progettati che affrontino l’efficacia di molti di questi interventi in più contesti e popolazioni, nonché l’impatto dell’adesione sull’efficacia, specialmente in quelli più a rischio di infezioni respiratorie acute.
Considerazioni personali
Quando leggiamo una Cochrane difficimente troviamo conclusioni certe, e questa revisione non fa eccezione.
I risulltati ottenuti in questi studi sono sufficienti a mettere in dubbio l’utilita dell’uso dei mezzi fisici nel prevenire, o quanto meno ridurre la diffusione dei virus respiratori?
Certo dobbiamo tenerne conto, ma non credo possano darci indicazioni definitive e sarebbe semplicistico e fuorviante asserire che, allo stato attuale delle conoscenze, l’uso delle mascherine debba essere bandito.
Della stessa opinione, nonostante le premesse iniziali, è l’autrice dell’aggiornamento di Dinamed Plus.
”
But for what it’s worth,
my kid is wearing a mask in a high school musical
and this EBM die-hard isn’t stopping him.
”
L’argomento, come immaginabile, ha avuto una vasta eco anche sui giornali e online. Al riguardo segnalo la bella analisi pubblicata su Open Perché la revisione della Cochrane non smentisce l’utilità di indossare le mascherine – link