giovedì 21 Settembre 2023

Maverick is back!

Maverick è tornato. Non poteva esimersi dal dire la sua nell’annoso dibattito sul ruolo, compiti e identita del medico d’urgenza.


MI mancano i post di Maverick…” così Carlo chiude uno scambio di messaggi personali. Qualche giorno dopo durante un caffè in compagnia sua e di Tokio, la sua dolcissima cagnolina: ”Sai cosa mi ha chiesto uno specializzando? Ma chi è Maverick?”.

maverick

Già, chi è Maverick?

A fine maggio è uscito l’attesissimo sequel del blockbuster degli anni ’80 “TOP GUN” dal titolo poco originale ma assai evocativo: “Top Gun Maverick”. Naturalmente mi sono precipitato a vederlo, ma questa è una storia che non vale la lettura.

AI pochi curiosi del mio cognome e nome dico subito che non darò soddisfazione.

Mio padre è un eroe come il padre di Pete Mitchell, ma non è morto in guerra. Vive secondo alcuni principi ed ideali e ne paga il prezzo fino in fondo.

Sono nato internista perché come medico avevo il desiderio di curare la persona in toto, non solo il cuore, i reni, il fegato o il cervello. E da giovane studente mi sembrò che la medicina interna fosse la più bella specialità possibile.

Terminato il terzo anno di specialità iniziai la frequenza nel Dipartimento di Emergenza di un grande ospedale non universitario. Trovai un gruppo di giovani strutturati preparati ed entusiasti ed alcuni colleghi esperti con straordinarie doti cliniche che pochi anni dopo sono diventati Direttori ed un primario dalla cultura medica dell’urgenza sopraffina. Senza tacere i tanti infermieri che avevano competenze straordinarie e da cui molto ho imparato.

Per mesi mi sono sentito un nano ignorante circondato da giganti sapienti e per quanti sforzi facessi mi pareva di non fare passi avanti. Certi sguardi di condiscendente rassegnazione da parte di alcuni colleghi esperti e alcuni sorrisi di incoraggiamento di altri li porto con me. Il fanciullesco desiderio di essere bravo (quasi) quanto loro, di essere come loro mi ha fatto innamorare della medicina d’urgenza. Dopo 20 anni questo bellissimo e stramaledetto mestiere lo amo. Ancora. E sospetto lo amerò fino alla fine.

Chi è Maverick? Un medico d’urgenza. Chi è il medico d’urgenza?

Il medico che sa e deve saper gestire il percorso diagnostico dei principali sintomi di presentazione in PS. Il medico che sa gestire la fase precoce –spesso acuta o iperacuta- di una malattia/sindrome, specialmente quelle per cui il tempo è il maggior determinante la prognosi.

Ciò significa che non tocca a me portare in sala operatoria una appendicite acuta. Tocca a me fare diagnosi e proporre il paziente al chirurgo. Non tocca a me portare in sala di emodinamica uno STEMI: tocca a me fare diagnosi e proporre il paziente al cardiologo. E naturalmente tocca a me fare diagnosi di frattura di femore e gestire il dolore praticando un blocco antalgico. Tocca a me prendermi cura del malato da ricoverare rivendicando per lui il posto letto nel reparto giusto al momento giusto non mostrando nessuna sudditanza psicologica, culturale, organizzativa per quei colleghi che per pigrizia personale o peggio non danno indicazione al ricovero nel proprio reparto adducendo come scusa: “non è di competenza specialistica”.

Questo è Maverick, questo è il medico d’urgenza che sono. E ne vado fiero.

Mio padre ha esercitato ed esercita eroicamente la coerenza con le sue idee. Io no. Ma ho pagato e pago nel vivere indomito la mia identità senza compromessi. Il compromesso è la porta di ingresso al lato Oscuro della Forza, al burn-out.

Ritengo essenziale si avvii un leale e serio confronto sull’identità del medico d’urgenza. Altre identità vengono proposte e vissute quotidianamente nei nostri PS/DEA. I dibattiti più o meno accesi che continuano a riemergere periodicamente come torrenti carsici su quale sia il ruolo e i compiti del medico d’urgenza sbagliano oggetto. Non si tratta di ruolo, non si tratta di compiti. Si tratta di identità. Si tratta del cuore e dell’anima del nostro mestiere. Nulla di meno.

È molto chiaro da che parte sto, è cristallino che ho provato orrore all’impostazione suggerita ironicamente da Davide Tizzani qualche giorno fa. link

Basta ruolo, basta compiti. Identità.

Ci si confronti, aspramente ma civilmente. Perché la mia idea di medicina d’urgenza ha la stessa dignità di essere discussa e vagliata di ogni altra che in parte o per nulla condivido ma con le quali mi devo confrontare. E devo accettare che esistano. E poi si costruisca una identità: chiara e forte. Condivisa. E si abbia il coraggio e la coerenza di proporla in ogni sede, pagandone il prezzo, quando necessario. Ad ogni livello.

Nel film Maverick deve affrontare una missione apparentemente impossibile. Non tocca solo a lui, la posta in gioco è molto elevata. Definire l’identità del medico d’urgenza è la nostra missione come professionisti che lavorano in PS, qualsiasi sia la nostra idea. La posta è il riconoscimento del nostro ruolo all’interno della sanità italiana del XXI secolo che non può prescindere dal dire agli altri chi siamo per poter avviare un dialogo serio, fecondo nell’interesse di tutti, in primis quello dei pazienti.

Sempre controcorrente.

Maverick​

Carlo D'Apuzzo
Carlo D'Apuzzo
Ideatore e coordinatore di questo blog | Medico d'urgenza in quiescenza | Former consultant in Acute Medicine | Specialista in medicina interna indirizzo medicina d’urgenza e in malattie dell’apparato respiratorio | #FOAMed supporter

4 Commenti

    • Maverick risponde: “ grazie! Spero che questo piccolo contributo personale insieme con altre riflessioni pubblicate su questo blog stimolino una riflessione profonda personale e di gruppo!”

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