Questo post era pronto per la pubblicazione da un pò di tempo, da prima che il Coronavirus facesse la sua comparsa sconvolgendo le nostre vite. Erano giorni in cui in molti pensavano che nulla sarebbe realmente accaduto e che al massimo ce la saremmo cavata con qualche esercitazione sull’uso dei presidi di protezione individuale, come era stato per Ebola, ma le cose sono andate un pò diversamente…
Il virus è arrivato ed ha cambiato profondamente la nostra vita relazionale e professionale, non solo abbiamo visto trasformasi le nostre modalità sociali, ma anche quelle social.
In un contesto in cui tutti siamo stati costretti a limitare (se non addirittura annullare) i contatti sociali dal vivo, le interazioni abilitate dalla tecnologia sono aumentate a dismisura.
Sin dai primi giorni della pandemia l’uso dei social network, delle chat di gruppo e dei webinar è stato massivo ed è diventato essenziale per la circolazione di informazioni e la condivisione di esperienze.
La didattica e formazione a distanza sono state pienamente sdoganate recuperando il ritardo che avevamo rispetto ad altri paesi.
Attraverso il web abbiamo condiviso storie, discusso casi clinici, parlato di appropriatezza delle terapie, urlato il nostro dissenso, raccontato le nostre paure ed il nostro disagio.
Ma siamo sicuri di averlo fatto sempre in maniera appropriata ?
Avete mai sentito parlare di NETIQUETTE ?
E che sarà mai ?
Il termine netiquette nasce dalla crasi di network ed étiquette, ed è l’insieme delle regole di buon comportamento per chi adopera risorse digitali di relazione: cioè le email, i social, i forum, i blog e tutti quegli spazi wiki aperti al contributo di tutti.
Dal Web 2.0 alla Medicina 2.0
L’avvento del Web 2.0 con i suoi blog, podcast, Youtobe, Facebook, Twitter e via discorrendo, ha cambiato fortemente la filosofia dello stare in rete consentendo una forte interazione bidirezionale tra gli utenti.
Tutti siamo potenziali fruitori e produttori di contenuti online aggiornabili in maniera continua, rapida e diretta.
I professionisti della salute hanno rapidamente sposato questa nuova filosofia ed utilizzano fortemente i social media tanto da caratterizzare un nuovo modello che prende il nome di Medicina 2.0, termine che fa riferimento alle metodologie e pratiche sanitarie connesse all’uso degli applicativi del Web 2.0.
Anche se non esiste un vero e proprio censimento in merito i medici ed infermieri d’urgenza sono dei gran fruitori di risorse online per la formazione e la condivisione di esperienze professionali.
Ma ogni medaglia ha un rovescio…
Se da un lato i social network forniscono uno strumento inestimabile per sviluppare competenze cliniche, condividere ed ottenere informazioni, il loro utilizzo comporta anche dei rischi.
Dalle analisi sui comportamenti di medici ed infermieri sui socialnetwork emergono alte percentuali di comportamenti poco professionali soprattutto in termini di condivisione di contenuti, atteggiamenti professionalmente poco edificanti, alterazione delle dinamiche medico-paziente, scarsa attenzione alla privacy.
Nelle maglie della rete la possibilità di conseguenze legali è spesso dietro l’angolo.
Cosa fanno all’estero
Già da un po’ di anni la British Medical Association (BMA), l’American Medical Association (AMA) e l’American College of Physician (ACP), solo per citare le società scientifiche più importanti, hanno prodotto delle SOCIAL MEDIA POLICY per guidare medici ed infermieri in uso appropriato ed etico dei social.
…e in Italia ?
Purtroppo il nostro paese sconta un gap legislativo enorme.
Fatta salva una circolare del Ministero della Salute del marzo 2017 che limita la diffusione di materiale video-fotografico realizzato nelle strutture sanitarie da parte degli esercenti le professioni sanitarie, ci sono poche e confuse norme per guidarci ad un corretto utilizzo dei social media.
Ma tranquilli, niente paura, il nostro amico BILL è venuto ad aiutarci e ci fornisce una sua preziosa consulenza
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BILL … ?
Ma chi è BILL ?
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Ma certo sì, BILL, il supereroe della NETIQUETTE, il meme che prova ad insegnare (spesso invano) le buone maniere agli utenti della rete.
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Fatte le dovute presentazioni diamo un’occhiata ai consigli di BILL…
IL DECALOGO DI BILL
regola n° 1
Pensa prima di postare
Presta attenzione all’immagine di te che presenti on-line. Internet è uno spazio pubblico dove le informazioni sono sempre potenzialmente accessibili da soggetti terzi. I contenuti in rete possono essere propagati ulteriormente all’insaputa di chi li ha pubblicati.
Hai il diritto alla libertà di parola ma non in maniera assoluta. Ricorda che la legge sulla diffamazione si applica anche online. Evita commenti negativi su individui o organizzazioni che potrebbero essere percepiti come gratuiti, privi di fondamento o essere lesivi della loro immagine pubblica.
Rifletti sempre prima di pubblicare.
Una buona regola empirica è non pubblicare quando sei arrabbiato, stanco ed emotivamente troppo coinvolto.
Altra regola fondamentale è quella di non dire o rivelare nulla sui social media che non saresti felice di vedere pubblicato su un giornale.
regola n° 2
Evita la diffusione di atteggiamenti e/o comportamenti che contrastano con una corretta etica professionale
La sfera personale e professionale non possono essere sempre separate, ma i Codici deontologici di medici ed infermieri regolano anche i comportamenti assunti al di fuori dell’esercizio professionale quando ritenuti rilevanti e incidenti sul decoro della professione.
Il rispetto dell’etica e della deontologia professionale prosegue anche nella vita privata e quindi anche on-line.
regola n° 3
Rispetta la privacy di tutti i pazienti, specialmente quelli vulnerabili
L’obbligo di non divulgare, senza appropriato consenso, i dati del paziente deve essere considerato valido sul web.
Non si dovrebbe discutere pubblicamente di casi di pazienti reali, delle loro patologie, condizioni o loro informazioni personali, senza il consenso esplicito ed informato.
Bisogna essere consapevoli che anche se si modificano alcuni dettagli in un caso, come l’età o il sesso del paziente, è ancora possibile l’identificazione, particolarmente quando si parla di condizioni patologiche rare o presentazioni cliniche insolite.
Alcuni esperti ritengono che anche quando tutte le informazioni che possono portare al riconoscimento del paziente vengono rimosse, c’è ancora la possibilità che qualcuno possa riconoscerle attraverso il contesto.
regola n° 4
Non utilizzare profili fake
L’uso di profili social “anonimi” o di fake-name è sconsigliato poiché possono portare ad atteggiamenti disinibiti ed a condotte poco professionali.
Ricordati che l’anonimato su internet e sui social-network è di solito sempre temporaneo.
regola n° 5
Non concedere “amicizia” ai pazienti su un social-network
L’accesso del paziente ai contenuti privati del medico sposta i confini della tradizionale relazione medico-paziente creando situazioni informali che possono favorire comportamenti che trasgrediscono i normali confini professionali. Per questo motivo la BMA ed altre società scientifiche nelle loro Social Media Policy hanno ritenuto opportuno consigliare di non accettare richieste di amicizia dai pazienti.
In caso di richiesta di amicizia da parte di un paziente, questa andrebbe rifiutata spiegando che un’interazione tramite i social media sarebbe inopportuna.
regola n° 6
Evita di dare consigli medici personali on-line
Discoro analogo andrebbe fatto per la richiesta di consigli medici personali sui social network che andrebbero sempre evitati poiché essi non rappresentano un canale appropriato per una adeguata comunicazione ed interazione medico-paziente In modo particolare questo discorso è valido per chi lavora nel setting dell’urgenza dove la relazione medico-paziente per sua definizione dovrebbe essere di breve durata.
L’utilizzo delle e-mail (e di altre modalità di comunicazione elettronica) per fornire consigli terapeutici non è raccomandato quando non è stata stabilita una precedente e chiara relazione paziente-medico.
regola n° 7
Utilizza sempre linguaggi appropriati e mai offensivi e relazionati con gli altri con considerazione, cortesia e rispetto
Nelle discussioni e nei post si consiglia di adoperare sempre un linguaggio opportuno e mai offensivo esprimendo idee e opinioni in modo rispettoso.
Andrebbe sempre evitato l’utilizzo di linguaggio diffamatorio.
I commenti “postati” sui social network rappresentano modalità espressive destinate potenzialmente a raggiungere un numero quantitativamente apprezzabile di persone, per cui, qualora siano di contenuto offensivo o denigratorio, integrano l’ipotesi di diffamazione aggravata dal mezzo della pubblicità ai sensi dell’art. 595 del Codice Penale.
Ovviamente, andrebbero evitati contenuti che promuovono o favoriscono discriminazioni in base a razza, credo, età, religione, sesso, stato civile, nazionalità, disabilità fisica o mentale o orientamento sessuale.
regola n° 8
Evita liti e discussioni animate con i colleghi.
In base al Codice Deontologico si ha l’obbligo di preservare il decoro della categoria e di relazionarsi con i colleghi con rispetto e solidarietà.
L’art. 58, ai commi 1, 2 e 4 rispettivamente dispone: «Il medico impronta il rapporto con i colleghi ai principi di solidarietà e collaborazione e al reciproco rispetto delle competenze tecniche, funzionali ed economiche, nonché delle correlate autonomie e responsabilità».
«Il medico affronta eventuali contrasti con i colleghi nel rispetto reciproco e salvaguarda il migliore interesse della persona assistita, ove coinvolta».
«Il medico, in caso di errore professionale di un collega, evita comportamenti denigratori e colpevolizzanti».
Il discorso si estende senza dubbio anche agli infermieri.
regola n° 9
Presta attenzione al conflitto di interessi
Il Codice deontologico di medici ed infermieri ribadisce l’obbligo ad agire in totale chiarezza e trasparenza rendendo sempre espliciti eventuali conflitti di interesse riferibili a industrie elettromedicali, paramedicali e/o farmaceutiche. Anche in questo caso il rispetto dell’etica e della deontologia professionale proseguono nella vita privata e quindi anche on-line.
regola n° 10
Fornisci il tuo contributo contro la diffusione di fake-news in medicina
La diffusione di false notizie (cosi dette “bufale” o fake-news) in medicina rappresenta un rischio concreto per la salute dei cittadini e per la corretta informazione sul tema salute. I social network rappresentano un’enorme e rischiosa cassa di risonanza per le fake-news. In tale contesto medici ed infermieri devo attivarsi per smascherare e segnalare le notizie false, curando la veridicità di quanto pubblicato e/o condiviso in ambito scientifico-sanitario.
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Non occorrere essere dei super esperti, Bill anche questa volta ci insegna che spesso basta solo un pò di buon senso.
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Eppure nella quotidianità quante volte non rispettiamo queste semplici regole ?
BIBLIOGRAFIA
- Greysen SR et al. Physician violations of online professionalism and disciplinary actions: a national survey of state medical boards. JAMA. 2012; 307 11: 1141– 1142
- BMA (British Medical Association). Using social media: practical ethical guidance for doctors and medical students 2017
- Royal College of General Practitioners (2013) Social Media Highway Code.
- Farnan JM et al. Online Medical Professionalism: Patient and Public Relationships: Policy Statement From the American College of Physicians and the Federation of State Medical Boards. Ann Intern Med; 2013
- Ministero della Salute- Diffusione di foto e video da parte di esercenti le professioni sanitarie realizzati all’interno di strutture sanitarie- nota del 29 marzo 2017
- Masoni M. Linee guida per l’uso dei Social Media nelle professioni sanitarie Tosc.Medica n.3 e4/2017
- Santoro E. Web 2.0 e social media in medicina. Come social network, wiki e blog trasformano la comunicazione, l’assistenza e la formazione in sanità. Il Pensiero Scientifico 2011