L’argomento è ormai noto, e ne abbiamo già parlato in questo blog : dobbiamo sempre somministrae ossigeno ai pazienti con infarto miocardico acuto (IMA)?
Il razionale direbbe di no, basti pensare alla curva di dissociazone dell’emoglobina, ma nonostante ciò e le stesse indicazioni delle linee guida, sono in molti ancora a seguire pedissequamente l’acronimo MANO (Morfina, Aspirina, Nitrati e Ossigeno) quando si trovano di frone a un paziente con infarto miocardico acuto.
E’ stata recentemente pubblicata una “Cochrane” sull’argomento dal titolo Oxygen therapy for acute miocardial infarction.
Vediamo quindi se è giunto il momento di porre fine a questa disputa.
La precedente Cochrane del 2010 aveva concluso che non vi erano suffcienti evidenze che supportassero l’uso dell’osssigeno nell’IMA.
Nel frattempo diversi altri studi sono stati condotti su questo tema, studi vhe hanno inposto unaggiornamento della revisione Cochrane.
Obiettivo
Valutare l’effetto dell’uso routinario dell’inalazione di ossigeno in pazienti con infarto miocardico acuto
Metodi di ricerca
E’ stata condotta una ricerca bibliografica datata al 6 giugno 2015 sui database the Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL) in the Cochrane Library, MEDLINE (OVID), Embase (OVID), CINAHL (EBSCO) and Web of Science (Thomson Reuters).
La ricerca su LILACS (Latin American and Caribbean Health Sciences Literature) fu estesa al mese di Settembre 2016.
Sono stati inoltre contattati esperti per dentificare studi eligibili.
Criteri di selezione
Studi controllati e randomizzati condotti su pazienti con comprovato o sospetto infarto , STEMI o NSTEMI, in cui siano stati messi a confronto ossigeno inalato a pressione normale e aria, indipendentemente dalle altre terapia cui erano stati sottoposti.
Raccolta dei dati e analisi
- La revisione è stata condotta indipendentemente da due revisori seguendo the Cochrane Handbook for Systematic Reviews of Interventions.
- L’outcome primario è stato la mortalità.
- La misura dell’effetto il risk ratio (RR) con il 95% confidence interval (CI).
- L’approccio GRADE è stato utilizzato per valutare la qualità dell’evidenza.
Risultati
- Un nuovo trial comprendente 5 studi per complessivi 1173 pazienti, di cui 32 deceduti, è stato incluso in questo aggiornamento Cochrane.
- The pooled risk ratio (RR) di tutte le cause di mortalità nel intention-to-treat analysis è stato 0.99 (95% CI 0.50 to 1.95; 4 studi, N = 1123; I2 = 46%; qualità dell’evidenza: molto bassa) e1.02 (95% CI 0.52 to 1.98; 4 studi, N = 871; I2 = 49%; qualita dell’evidenza molto bassa) quando sono staticonsiderati solo pazienti con IMA confermato.
- Uno studio ha misurato il dolore direttamente e altri due indirettamente, basandosi sul consumo degli oppiacei.Il trial non ha dimopstrato effetto dell’ossigeno sul dolore, con pooled RR of 0.97 per l’uso degli oppiacei. (95% CI 0.78 to 1.20; 2 studies, N = 250).
- Non è stato evidenziato nessun chiaro effetto dell’ossigeno sulle dimensioni dell’infarto ( evidenza inconsistente e di bassa qualità)
Conclusioni degli autori
Non vi è alcuna evidenza basata su studi controllati e randomizzati che supporti l’uso dell’ossigeno nei pazienti con IMA, anzi non se ne possono escludere gli effetti dannosi.
Ciò detto gli autori auspicano l’esecuzione di nuovi studi che siano in grado di dare raccomandazioni definitive sull’uso routinario di ossigeno nei pazienti con infarto miocardico acuto (IMA)
Considerazioni personali
Credo che chi si aspettasse una risposta definitiva a questo quesito sia rimasto ancora una volta deluso. Quando si leggono le revisioni Cochrane, visto l’estremo rigore delle loro analisi, capita spesso di avere risposte interlocutorie.
Questa rimane, a mio modo di vedere, una zona grigia e al momento non credo che nessuno possa affermare di avere la soluzione in tasca.
Personalmente continuerò a pensare che un paziente che ossigena normalmente in aria non abbia necessità di avere un supplemento di ossigeno, almeno sino alla nuova Cochrane.