Svolazzanti, penzolanti da un orecchio, arrotolate fin sopra gli occhi o magari sotto il mento, insomma quasi sempre mal posizionate.
È la sorte inevitabile delle mascherine chirurgiche poste a precaria copertura dei dispositivi di erogazione dell’ossigeno.
Anche questa è una delle tante novità entrate a far parte della quotidianità dei nostri DEA con l’arrivo dell’emergenza Covid.
Le procedure per ridurre la generazione di aerosol ed i dispositivi di protezione individuale giocato un ruolo fondamentale nel contenimento dell’esposizione virale.
È accertato che una mascherina chirurgica ben posizionata è in grado di ridurre il rilevamento virale nei campioni di droplet e aerosol.
La copertura di naso e bocca con una mascherina chirurgica nei soggetti con infezione sospetta o accertata da COVID-19 è raccomandata da diverse autorità, tra cui l’OMS, nonché da organizzazioni governative di molti paesi ed importanti società scientifiche.
Recenti linee guida di consenso in ambito anestesiologico raccomandano che i pazienti indossino una mascherina chirurgica posizionata sopra la maschera per l’ossigeno o le cannule nasali dopo l’estubazione tracheale.
La pratica è stata così estesa ai pazienti in ossigenoterapia con l’intento di proteggere il personale sanitario dalla diffusione di aerosol e droplet potenzialmente infetti.
Ma non è così semplice…
Il problema è che troppo spesso è complicato tenere ferma quella mascherina e fare in modo che stia al proprio posto.
Nei pazienti più anziani o poco collaboranti talvolta è una vera e propria impresa.
E lo stesso avviene durante il trasporto e gli spostamenti.
Così la protezione contro gli aerosol diventa spesso effimera, un tentativo non riuscito, ed il personale sanitario e gli ambienti circostanti sono esposti ad un potenziale rischio di contaminazione.
Qualche giorno fa, Massimo, un caro collega che lavora in 118, mi ha girato un breve paper pubblicato su Anesthesiology .
“Lo stiamo usando da qualche giorno in 118, sembra che funzioni ! La gestione dei pazienti così è molto più semplice e sicura. ” – recitava il messaggio.
VEDIAMO COSA DICE L’ARTICOLO
Presso il Wollongong Hospital, non molto lontano da Sydney in Australia, è stato condotto un piccolo esperimento su volontari sani.
Utilizzando una linea di campionamento di anidride carbonica collegata ad una cannula da 16 G, è stata misurata la FIO2 alle labbra in un volontario sano in tre scenari.
Scenario I
Un volontario sano ha respirato in aria ambiente indossando solo una mascherina chirurgica.
Scenario II
Lo stesso soggetto ha respirato 6 L/min di ossigeno tramite una maschera per ossigenoterapia Hudson posta sopra una mascherina chirurgica.
Scenario III
Nello stesso soggetto veniva invertita la posizione di mascherina chirurgica e maschera per ossigeno e la registrazione condotta con un flusso di 6 L/min di ossigeno tramite una maschera Hudson posta sotto una mascherina chirurgica.
Risultati
Ebbene, la FiO2 misurata è stata rispettivamente di 0,20, 0,50 e 0,54 %.
I dati suggeriscono che è possibile indossare la maschera per l’ossigeno sopra una maschera chirurgica senza compromettere la FIO2.
Conclusioni
Partendo da questo dato, gli autori affermano che i protocolli di estubazione dell’ospedale dove lavorano sono stati modificati.
Nei pazienti estubati che richiedono ossigenoterapia è diventata prassi l’utilizzo della mascherina chirurgica posizionata sotto la maschera per ossigenoterapia.
Gli autori del piccolo studio ritengono che questa pratica potrebbe essere estesa a tutti i pazienti dell’ospedale, in particolare durante le fasi di trasporto.
Curioso di conoscere la vostra esperienza e le vostre opinioni in merito
BIBLIOGRAFIA
American Society of Anesthesiologist COVID-19 and Clinical Care 2020 Consultato il 18.9.2020