Sappiamo tutti quanto sia importante nel paziente critico, soprattutto se traumatizzato, la cosiddetta fase di esposizione ovvero la verifica della presenza di lesioni spogliando il paziente. Quando la situazione è seria dobbiamo agire in fretta e quindi , anche per le difficoltà che abbiamo nella mobilizzazione del paziente, tagliamo i vestiti. La mia personale opinione, probabilmente non condivisa dai più, e che talvolta potremmo essere come dire, un po’ più “conservativi”, salvando qualche abito delle persone che stiamo soccorrendo.
Sono stato quindi molto contento che un tema come questo apparentemente banale è stato affrontato da uno dei blog più importanti che trattano della gestione del trauma in emergenza: The Trauma Professional’s blog nel post dal titolo: Why did the trauma team cut off my clothes?
Cosa dice Michael McGonigal nel suo post.
L’ispezione di ogni centimetro quadrato del corpo del traumatizzato è fondamentale. Racconta di come una volta un piccola foro di proiettile a livello dell’ascella proprio dove poggiava il reggiseno fosse stato visto solo dopo avere eseguito la radiografia del torace. Penso che esempi anche meno eclatanti siano a conoscenza di molti di noi.
Ma la domanda che dobbiamo farci è: è sempre necessario essere cosi distruttivi con gli abiti dei nostri pazienti?
La risposta è no. Vediamo come potremmo comportarci a seconda le lesioni che sono o supponiamo essere presenti, tenendo conto che il nostro obiettivo è rappresentato dalla sicurezza del paziente.
Nelle sospette lesioni della colonna o nelle fratture è praticamente impossibile rimuovere gli abiti senza fare danni,, quindi è imperativo ricorrere alle forbici o a nuovi strumenti creati all’uopo.
Per le lesioni penetranti il discorso cambia e nella maggior parte dei casi almeno una parte dei vestiti può essere salvata. Ad esempio se soccorriamo un paziente vittima di una ferita da arma da fuoco al torace potremmo togliere i suoi pantaloni senza ricorrere alle forbici mentre la camicia andrà tagliata. facendo però attenzione a non tagliare i fori di entrata del proiettile in modo da non compromettere il successivo lavoro della polizia o del medico legale.
Certamente di fronte ad un paziente in condizioni critiche sono convinto che sia giusto non andare tanto per il sottile,negli altri casi essere più riflessivi credo non guasti, anche per non sentirsi dire come mi successe una volta dopo aver recuperato un paziente dopo un overdose da eroina ” e adesso il mio giubbotto nuovo chi me lo ripaga?”
E’ triste notizia di oggi:
Muore per il cavo della pompa cardiaca reciso per sbaglio al pronto soccorso
http://tinyurl.com/7b624ft
Tony,
ogni procedura comporta dei rischi e fermo restando che bisognerà approfondire la reale dinamica dei fatti non credo si possa biasimare l’operatore che nelle fasi convulse di un ALS commette un errore come questo.
Sì ma chissà quale corso e quali conseguenze avrà il procedimento giudiziario, queste tristi vicende mi scuotono molto.