mercoledì 27 Settembre 2023

Tamsulosina e nefrolitiasi

La tamsulosina viene comunemente prescritta ai pazienti affetti da nefrolitiasi, in particolare quando il calcolo è in posizione distale.  Il razionale dell’impiego di alfa litici consiste nell’incrementare la probabilità di espulsione spontanea del calcolo, mediante il rilassamento la muscolatura liscia dell’uretere, auspicando una riduzione dei giorni di dolore, del ricorso a antidolorifici e della necessità di ricorrere a manovre urologiche invasive.

 

 

Tale strategia terapeutica è supportata dai recenti studi?

 

Uno studio multicentrico randomizzato e controllato, pubblicato su The Lancet nel 2015 [1], non ha evidenziato differenze statisticamente significative tra il gruppo tamsulosina e il gruppo placebo, relativamente all’outcome primario (esplusione spontanea del calcolo a 14 giorni). I ricercatori non hanno tuttavia creato sottogruppi dividendo i pazienti in base alle dimensioni e alla posizione del calcolo, considerando l’assenza di chiare evidenze su una maggiore efficacia degli alfa litici nella calcolosi distale.

 

Il più recente lavoro sul tema è una meta-analisi pubblicata sul Bristish Journal of Medicine nel 2016 [2]. I dati sono stati elaborati dividendo i pazienti in due gruppi in base alle dimensioni del calcolo:

 

Outcome primario – espulsione spontanea del calcolo a 14 giorni

  • Calcoli piccoli (< 5 mm): nessun beneficio
  • Calcoli grandi (> 5 mm): modesto beneficio (RR = 1.57 (1.17 – 2.27))

Tale dato può essere interpretato alla luce del fatto che i calcoli di diametro inferiore a 5 mm vengono generalmente espulsi spontaneamente, a prescindere dall’”aiuto farmacologico”.

 

 

La maggior parte degli studi pubblicati sull’argomento sono stati svolti reclutando pazienti seguiti in ambito specialistico. Uno studio pubblicato su Annals of Emergency Medicine ha invece preso in considerazioni 77 pazienti  sottoposti a TC in pronto soccorso con evidenza di nefrolitiasi distale.  Il diametro medio del calcolo è risultato essere di 3.6 mm.  In tale contesto iI trattamento con tamsulosina non ha dimostrato di incrementare le espulsioni spontanee  a 14 giorni, sebbene vi sia una tendenza positiva, non statisticamente significativa, nel gruppo trattato con alfa litici.

 

Ureteroscopia

 

Implicazioni pratiche

 

Lo studio di maggiore qualità (the Lancet)  non ha dimostrato alcuna superiorità della tamsulosina rispetto al placebo, considerando in toto i pazienti affetti da nefrolitiasi.

Tuttavia, in base ai risultati della meta-analisi, può essere ragionevole prescriverla nei pazienti con calcoli renali di diametro superiore a 5 mm, considerando anche il basso costo del farmaco (venti compresse di tamsulosina costano dai 4 ai 7 euro)  e il buon profilo di sicurezza (facendo attenzione al rischio di ipotensione ortostatica).

Ovviamente parlando delle dimesioni del calcolo si presume il ricorso alla diagnostica per immagini: ecografia (quando in posizioni esplorabili con gli ultrasuoni) e più frequentemente TC. Sull’opportunità di ricorrere alle diagnostica TC si è già discusso nel post “Colica renale: la TAC serve davvero?

 

Durata terapia: non vi è una indicazione univoca sulla durata della terapia. Le indicazione variano dai 10 ai 30 giorni di terapia.

 

Nella vostra struttura, generalmente, quando e come prescrivete la terapia espulsiva nella nefrolitiasi?

 

Bibliografia

[1] Pickard R. et al. Medical expulsive therapy in adults with ureteric colic: a multicentre, randomised, placebo-controlled trial. Lancet. 2015 July 25;386(9991):341-9.

[2] Hollingsworth JM et al. Alpha blockers for treatment of ureteric stones: systematic review and meta-analysis. BMJ 2016;355:i6112

[3] Ferre MR. Tamsulosin for Ureteral Stones in the Emergency Department: A Randomized, Controlled Trial. Annals of Emergency Medicine. Volume 54, NO.3 : September 2009

Tommaso Grandi
Tommaso Grandi
Pronto Soccorso e Medicina d'Urgenza Campus Bio-Medico di Roma - Specialista in Medicina d'Emergenza-Urgenza @TommasoGrandi84

4 Commenti

  1. Vorrei sapere cosa ne pensi dell’utilità di associare uno steroide alla tamsulosina (l’ho visto fare da alcuni urologi) e se ci sono studi con altri alfa-litici.
    Ciao e grazie.

  2. LA MIA DOMANDA E’ DI TIPO PROCEDURALE; IN PS QUALI SONO I CRITERI PER UN ATTIVAZIONE IMMEDIATA O COMUNQUE LA NON DIFFERIBILITA AL CONTROLLO UROLOGICO AMBULATORIALE IL GIORNO DOPO NELLA COLICA RENALE CON RISCONTRO DI IDRONEFROSI ALL’ECO BED SIDE??
    PS: PER QUANTO MI RIGUARDA PRESCRIVO TAMSULOSINA IN CASO DI CONFERMA TC DI CALCOLO URETERALE >5mm

    • Ciao Fabio, provo a rispondere alla tua domanda:

      ovviamente, come in tante situazioni, conta anche la logistica locale. Ad esempio nell’ospedale dove lavoro attualmente abbiamo la possibilità di prenotare al paziente una visita urologica ambulatoriale (e un controllo ecografico) anche a brevissima distanza.

      Riguardo la consulenza urologica in urgenza, in generale, considererei i seguenti criteri:
      – idronefrosi con segni di infezione delle vie urinarie (febbre, cospicua leucocitosi neutrofila, significativa piuria, reperti TC)
      – dimensioni del calcolo (considerando le percentuali di espulsione spontanea 4 mm: 50%) e entità dell’idronefrosi. Può essere ragionevole una consulenza urgente nei calcoli di diametro >6mm
      – sempre nel paziente monorene e nel paziente con una preesistente insufficienza renale
      – deterioramento acuto della funzione renale (in cui possono aver giocato un ruolo anche l’uso di Fans e la disidratazione per il vomito)
      – se l’intenso dolore e il vomito precludono la possibilità di una efficace terapia domiciliare conservativa
      – coliche recidivanti per lo stesso calcolo

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