Spesso abbiamo discusso in ospedale se fosse possibile una dimissione sicura dei pazienti con embolia polmonare con un basso profilo di rischio. Le discussioni sono sempre state piuttosto accese, ma i più sono sempre stati riluttanti. Una risposta, almeno parziale, a questi dubbi è giunta da un recente studio multicentrico pubblicato su Lancet
L’obiettivo dello studio era quello di valutare la non inferiorità, sotto il profilo di sicurezza ed efficacia, del trattamento domiciliare rispetto a quello usuale in ospedale in pazienti affetti da embolia polmonare con basso profilo di rischio .
Sono cosi stati arruolati, tra il febbraio 2007 ed il giugno 2010, circa 170 pazienti per ogni braccio con un una I o II classe di Pulmonary Embolism Severity Index . Vennero comunque esclusi pazienti con fattori rischio sia clinico che gestionale anche non specificamente contemplati dallo score ( ad es ipossici, marcatamente obesi o con grave insuffcienza renale etc ) . La terapia anticoagulante era costituita da enoxaparina 1 mg/kg due volte al dì rapidamente embricata con antagonisti della vitamina K. L’ eparina a basso peso molecolare veniva sospesa dopo almeno 5 giorni di trattamento una volta raggiunto un INR terapeutico. Gli outcomes primari erano rappresentati da recidiva della malattia troemboembolica sintomatica e dalla mortalità entro il 90° giorno e dal sanguinamento tra il 14° ed il 90°
Alla fine i risultati di questo studio hanno documentato la non inferiorità del trattamento ambulatoriale sotto il profilo dell’efficacia e della sicurezza.
Come sempre credo sia necessario porsi qualche domanda e fare alcune considerazioni:
- Lo studio è stato condotto con grande accuratezza sotto il profilo della sicurezza (i pazienti vennero istruiti su come autosomministrarsi l’eparina e ripetutamente contattati durante lo studio). Noi siamo in grado di fornire lo stesso servizio ed avere le stesse risorse?
- Se consideriamo le limitazioni , non solo quelle offerte dal Pulmonary Embolism Severity Index, a quanti pazienti potremmo offrire questo tipo di trattamento?
- Un pregio importante di questo lavoro è quello, secondo me, di farci pensare alla possibilità di poter gestire anche al di fuori dell’ospedale questa categoria di pazienti. . E’ una starda che, con le dovute cautele, dovremmo iniziare a percorrere.