Capita non infrequentemente di avere difficoltà a reperire accessi venosi. Molti di questi pazienti alla fine vengono sottoposti ad un incannulamento venoso centrale che, come sappiamo, oltre a rischi immediati legati direttamente alla procedura, li espone ad infezioni talora difficili da curare.
Per questo da qualche tempo è stata sviluppata la tecnica di ottenere l’accesso venoso periferico con l’aiuto della sonda ecografica.
Sta per essere pubblicato sull’American Journal of Emergency Medicine un interessante lavoro che mette a confronto cateteri venosi “lunghi”, posizionati attraverso la tecnica di Seldinger, e cannule venose standard nell’approccio ecoguidato agli accessi venosi difficili.
Standard-length catheters vs long catheters in ultrasound-guided peripheral vein cannulation.
Lo studio condotto presso la Medicina d’Urgenza dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino ha randomizzato 100 pazienti consecutivi in cui non era stato possibile ottenere un adeguato accesso venoso dopo tre tentativi eseguiti alla cieca. Allo studio hanno partecipato operatori esperti e non, questi ultimi dopo adeguato training. La tecnica utilizzata prevedeva l’azione congiunta di due operatori.
L’outcome primario era rappresentato dalla ” catheter failure” conseguente ad occlusione , trombosi, infiltrazione o dislocazione della cannula.
Standard-length catheters vs long catheters in ultrasound-guided peripheral vein cannulation.
Lo studio condotto presso la Medicina d’Urgenza dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino ha randomizzato 100 pazienti consecutivi in cui non era stato possibile ottenere un adeguato accesso venoso dopo tre tentativi eseguiti alla cieca. Allo studio hanno partecipato operatori esperti e non, questi ultimi dopo adeguato training. La tecnica utilizzata prevedeva l’azione congiunta di due operatori.
L’outcome primario era rappresentato dalla ” catheter failure” conseguente ad occlusione , trombosi, infiltrazione o dislocazione della cannula.
Risultati:
- La percentuale di successo nell’ incannulamento venoso da parte dei due presidi utilizzati è risultata sostanzialmente sovrapponibile ( 86% per le cannule standard ,84% per quelle lunghe)
- Il tempo di incannulamento ,come prevedibile, è risultato inferiore per le cannule standard.
- I cateteri lunghi, invece ,sono andati incontro ad una percentuale significativamente inferiore di fallimenti, per lo più rappresentati da infiltrazione e trombosi (14% contro 45%).
Credo che, al di là dei suoi obiettivi, questo studio sia importante nell’enfatizzare la necessità di ridurre il ricorso all’accesso venoso centrale nei pazienti con vene difficili che, secondo i dati della letteratura, rappresentano circa il 20 % dei pazienti che vediamo tutti i giorni.
Non so poi quanti di noi osservino in pronto soccorso le scrupolose misure di asepsi richieste dalla procedura di incannulamento venoso centrale, come illustrato in questo video di Scott Weingart.
Sterile Central Line Placement from Scott from EMCrit on Vimeo.
Ecco di seguito un video che illustra la procedura
So che la popolazione degli scettici, soprattutto tra gli infermieri, è numericamente consistente. Il dibattito è aperto….