Noi siamo abituati a cercare evidenze scientifiche che ci aiutino a prendere le decisioni giuste nel nostro lavoro di tutti i giorni. Come sappiamo, non ci sono evidenze per tutto e ogni tanto ci imbattiamo in qualcosa che ci incuriosisce anche se non supportato dalla letteratura. Ho trovato su heartwire una recensione dell’intervento che ha fatto proprio in questi giorni il Dr Dhanunjaya Lakkireddy dell’università del Kansas al Boston AF Symposium 2012
Il Dr Lakkireddy ed il suo gruppo, ha studiato 49 pazienti che si sono sottoposti ad una disciplina Yoga chiamata BKS lyengar che combina posizioni, programmi di respirazione e meditazione. Nel suo studio, nel 22% dei pazienti non si sono avute recidive di FA.
Secondo l’autore, lo yoga agirebbe sulla plasticità e la stabilità del sistema nervoso autonomo e oltre a migliorare la qualità della vita e a ridurre lo stress, diminuirebbe il rischio di aritmia causando una riduzione del tono simpatico a favore del parasimpatico. Precedenti studi avevano , secondo il medico di Kansas City, mostrato infatti benefici effetti sulla variabilità della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.
Certamente sono più le domande che le risposte che questa presentazione pone. Lo stesso autore riferisce una certa riluttanza da parte dei pazienti a sottoporsi a questo tipo di studi; circa la metà infatti di quelli reclutati inizialmente, ha abbandonato lo studio.
Egli inoltre afferma che, certo lo yoga non cura la fibrillazione atriale, ma ne può migliorare i sintomi.
A conclusioni analoghe, sebbene in modo piu generico, giungeva un lavoro pubblicato su JAMA nel 2007 Acute emotional stress and cardiac arrhythmias.
Il tema dell’interazione cuore-cervello o meglio cuore- mente appassiona da tempo studiosi e ricercatori, tant’é che la stessa Cochrane sta lavorando ad un progetto per valutare l’efficacia dello yoga nella prevenzione secondaria della cardiopatia ischemica: Yoga for secondary prevention of coronary heart disease
Sono convinto che noi continueremo a cardiovertire i nostri pazienti quando vengono in pronto soccorso, a
dividerci tra controllo della frequenza e controllo del ritmo, ma essere curiosi e non prevenuti verso quello
che accade fuori dai canali tradizionali della nostra professione non può che renderci medici ed infermieri migliori.Sempre in attesa delle necessarie evidenze.
Grande Carlo! Mi ero persa persa questa post che mi piace moltissimo, come potrai immaginare…
Anche l’agopuntura è stata studiata come terapia delle recidive di FA, ti segnalo uno studio molto interessante condotto a Milano da colleghi cardiologi/agopuntori in cui i pazienti sono stati trattati con 10 sedute (una a settimana) ed è stata osservata una ricorrenza di FA pari a quella dei paziente in terapia con amiodarone ed inferiore a quelli sottoposti a falsa agopuntura o non trattati del tutto.
World J Cardiol. 2012 March 26
Acupuncture for paroxysmal and persistent atrial fibrillation: An effective non-pharmacological tool?
Federico Lombardi, Sebastiano Belletti, Pier Maria Battezzati, and Alberto Lomuscio